venerdì, giugno 29, 2007

28-6-2007 Tennis, Wimbledon 2007. Goodbye Timbledon.

Niente da fare, nemmeno questa volta. Si è svuotata, anche quest'anno al secondo turno, l'affollata Henman's Hill. Timbledon saluta (per l'ultima volta? Speriamo di no) il suo sogno impossibile. L'Inghilterra perde l'amatissimo idolo di casa, che "sembra disegnato da un inglese che ama il tennis", ma purtroppo non abbastanza ben dipinto da andare oltre quattro semifinali nel Tempio. Se ne va Henman e con lui, obbiettivamente, il tennis più bello/divertente che abbiamo visto in questi primi 4 giorni di Torneo. Adesso arrivano i grandi match, ma il tennis su erba resta quello che ci hanno fatto vedere oggi Henman e Feliciano. Mirabilie con la racchetta. S&V sulla prima, sulla seconda, sulla terza (... se ci fosse... eheheheh) e poi chip&charge, risposte bloccate, demi-volèe impossibili, passanti di mezzo volo. "Rara avis" in questo tennis moderno. Molto vintage, pure troppo, visto che non ne fa più sfoggio nemmeno il Federer in stile anni '30 solo nell'elegantissimo pantalone. Il Serve&volley in (in)evitabile via d'estinzione. Bellissimo, ma inefficace, così ce lo raccontano i soloni e i maestri del gioco. Sarà pure così, ma io, oggi, mi sono divertito 'na cifra. Tim ha giocato quello che adesso è il suo miglior tennis, semplicemente Lopez è stato bravissimo e alla fine ne aveva di più. Difficile parlare di rimpianti british. Si poteva vincere almeno uno dei due set ceduti di un'incollatura ai tie-break? Direi di no. Di sicuro non il secondo, dove l'iberico non ha concesso che le briciole sul proprio servizio e anzi è stato Timbledon a dover fare i miracoli salvando ben 5 palle break nell'ottavo gioco. Se poi ci aggiungiamo che Feliciano era volato avanti di un break anche in avvio di terza partita, il quadro è completo. "Bella testa" questo Lopez, che avrebbe i numeri per volare parecchio alto su questi prati. Avrebbe, modo condizionale, perchè l'amicone di Rafa, sentito a casa Meloccaro e ben stuzzicato dal conduttore e da Bertolucci su quanto sia realmente convinto di avere nella borsa da tennis le carte vincenti per sbancare ai "tavoli" dei Championships, ha subito nicchiato, timido ed insicuro "... ma si... con un pò di fortuna... se Roger non arriva in finale...". Djokovic, agli Open d'Australia, alla vigilia del match (poi seccamente perso n.d.r.) contro Re Federer, alla domanda "cosa pensi di fare domani?" se ne era uscito con un "vincere" guascone e fin troppo spavaldo. Altra attitudine, altra testa, da campione annunciato nel caso del serbo, da promessa non completamente mantenuta per lo spagnolo. Bye bye Tim, thank you very much lo stesso.

Risultati vari:

Federer (1) b. Del Potro 6-2, 7-5, 6-1
Safin (26) b. Qureshi 6-4, 6-2, 7-6 (4)
Ljubicic (15) b. Hernych 6-4, 6-3, 6-4
Mathieu b. Ferrer (17) 6-3, 6-4, 6-3
Haas (13) b. Zib 6-3, 7-6 (5), 6-4
Ferrero (20) b. Muller 6-4, 6-4, 6-7 (2), 7-6 (8)
Blake (9) b. Pavel 6-4, 6-3, 6-3
Lopez b. Henman 7-6 (3), 7-6 (5), 3-6, 2-6, 6-1
Youzhny (14) b. Simon 6-4, 4-6, 3-6, 7-5, 6-4
Hewitt (16) b. Bolelli (Ita) 6-2, 6-2, 6-1
Djokovic (4) b. Delic 6-3, 3-6, 6-3, 7-6 (4)
Berdych (7) b. Llodra 7-6 (4), 7-6 (2), 3-6, 7-6 (4)
Davydenko (6) b. Guccione 3-6, 5-7, 7-6 (5), 6-4, 6-2.
Nadal (2) b. Eschauer 6-2, 6-4, 6-1

Azarenka b. Garbin (Ita, 21) 6-1, 6-3
Schnyder (15) b. Vinci (Ita) 2-6, 6-3, 6-2
Vaidisova (14) b. Pratt 6-3, 6-2
Chakvetadze (8) b. Poutchek 6-2, 6-1
Dementieva (12) b. Benesova 6-2, 6-2
Ivanovic (6) b. Tu 6-4, 6-3
Hantuchova (10) b. Likhovtseva 7-5, 7-6 (7-3)
Rezai b. Schiavone (Ita, 29) 6-4, 2-6, 6-4
V. Williams (23) b. Sromova 6-2, 6-2
Santangelo (Ita, 28) b. Wozniacki 6-0, 7-6 (7-4)
Kuznetsova (5) b. Mattek 7-6 (7-2), 6-4
Petrova (11) b. Mirza 6-2, 6-2
Morigami b. Safina (13) 6-4, 7-5
Sharapova (2) b. Bremond 6-0, 6-3
Mauresmo (4) b. Meusburger 6-1, 6-2

mercoledì, giugno 27, 2007

26-6-2007 Tennis, Wimbledon 2007. La stoffa del campione


Tutto secondo copione o quasi in questa seconda giornata di Wimbledon. "Quasi" perchè oggi ha steccato solo la pioggia, che tanto aveva disturbato all'esordio e di cui francamente oggi non
ne abbiamo proprio sentito la mancanza. Secondo appello e tutti
presenti i favoriti. Alla fine avanti tutti, sia i due fratelli (Roger e Nadal) sia le sette sorelle (Henin, Mauresmo, Jankovic, Sharapova, Ivanovic e le due Williams) come
chiama Rino Tommasi i possibili pretendenti ai titoli 2007. Infatti, all'uomo senza dritto (alias Mardy Fish n.d.r.) non è bastato calare 17 e più ace per mettere in difficoltà un centrato e concentrato Nadal. L'iberico è entrato nel Torneo con la T maiuscola con il piede giusto, anche se ora lo attende la probabile prova del 9 contro il bombardiere svedese Soderling al terzo insidioso turno. Qualche difficoltà in più per la bella Venus, che ha rischiato di farsi soprendere dalle padellate di diritto della semisconosciuta Kudryavtseva. La 18enne russa tra una crisi di nervi e una mazzata di diritto è scappata avanti di un set e di un break nel secondo set ed è stata anche a due punti dal match nel terzo parziale prima di sciogliere 7-5 alla stretta finale del set decisivo. Tutto bene, quel che finisce bene e allora ci si può permettere di concedere (più di) qualche sguardo al look e allo stile, che qui a Wimbledon contano più o almeno quanto un set portato a casa. Stravince, anche in questa gara, a mani basse Re Roger. Sempre lui. Impeccabile in pantalonato bianco puro stile anni 30'. Tra le pupattole il derby delle Maria (Sharapova vs Kirilenko) va di una incollatura alla numero due del mondo. Decisivo, oltre che molto sexy, il gonnellino in tulle della Sharapova. Made in Italy salvato dal completino griffato D&G sfoggiato da Volandri nel match contro il reddivivo Kiefer. Il risultato gli e ci è avverso, ma almeno la "stoffa" è da campione. Anche questo è Wimbledon.

Risultati seconda giornata:

Hantuchova (10) b. Pavlyuchenkova 6-0, 6-1
Mauresmo (4) b. Jackson 6-1, 6-3
Likhovtseva b. Camerin (Ita) 3-6, 6-1, 7-5
Jankovic (3) b. Keothavong 6-2, 6-0
Chakvetadze (8) b. Kerber 7-5, 6-3
Cornet b. Kirilenko 6-4, 6-4
Sharapova (2) b. Chan 6-1, 7-5
V. Williams (23) b. Kudryavtseva 2-6, 6-3, 7-5

Del Potro b. Sanguinetti (Ita) 3-6, 6-3, 6-4, 6-4
Gasquet (12) b. Ulihrach 6-3, 6-4, 6-4
Seppi (Ita) b. Hrbaty 7-6 (6), 6-1, 6-2
Safin (26) b. De Voest 7-6 (5), 6-4, 7-5
Blake (9) b. Andreev 6-3, 6-4, 6-4
Henman b. Moya (25) 6-3, 1-6, 5-7, 6-2, 13-11
Juan Carlos Ferrero (20) b. Hajek 7-6 (5), 6-4, 3-6, 2-6, 7-5.
Nalbandian (23) b. Zverev 6-3, 6-4, 6-2
Hewitt (16) b. Bloomfield 7-5, 6-3, 7-5
Nadal (2) b. Fish 6-3, 7-6 (4), 6-3
Berdych (7) b. Massu 7-6 (5), 6-4, 6-2
Bolelli (Ita) b. Garcia Lopez 4-6, 7-6 (5), 6-4, 6-4
Djokovic (4) b. Starace (Ita) 6-0, 6-3, 6-4
Kiefer b. Volandri (Ita) 6-3, 7-6, 6-1

lunedì, giugno 25, 2007

25-6-2007 Tennis, Wimbledon 2007. Cala la sera su Timbledon.

Cala la sera su Wimbledon, ma non su Timbledon. Sopravvive, per ora, il sogno leggermente (?) utopico di vedere finalmente Henman affermarsi sui verdi campi dell'All England Club. Soprattutto sopravvive Henman, alive dopo più di 3 ore di durissima battaglia con Carlos Moya. Mai banale il tennis di Mr.Pennetta. Spagnolo e terraiolo d'importazione, Carlitos si adatta bene ai campi veloci come d'altronde testimoniano le finali agli Australian Open e al Masters che impreziosiscono il suo curriculum vitae da ex n.1 del mondo. Nient'affatto allergico alle discese a rete (alla fine del quarto parziale le volèe vincenti a referto erano addirittura 15 pari n.d.r.), l'iberico ha messo in grandissima difficoltà l'idolo locale, riuscendo addirittura ad issarsi 4-2 al quinto set con ben due palle per il 5-2 pesante sul servizio Tim. Sull'orlo del baratro, qualche errore di troppo del maiorchino, il tifo occasionalmente calcistico di un Center Court che non ci stava a perdere da subito il suo ultimo campione e una maggiore aggressività dello stesso Henman hanno invece prodotto il ribaltone: 5-4 Henman, che sulle ali dell'entusiasmo, tra gli ultimi spicchi di luce, era lesto a guadagnarsi addirittura 4 match point. Vana fatica perchè il servizio di Moya teneva botta e sul 5-5 si andava tutti negli spogliatoi a prendere un lunghissimo thè caldo (Caressa dixit). Il sogno british di Timbledon è salvo, la Henman Hill prenotata almeno fino a domani, quando, secondo match sul centrale, riprenderà la sfida con Moya. 13 partecipazioni consecutive, 3 semifinali in 4 anni, spesso e volentieri stoppato dal futuro vincitore del torneo (Sampras 2 volte, Ivanisevic, Hewitt e Federer una a testa n.d.r.), un'altra manciata di quarti di finale: la fortuna è cieca, ma la sfiga nel suo caso ci (e lo) vede benissimo. Se poi, sale sulla coda, ci aggiungiamo che Moya-Henman è collocato nella parte di tabellone presidiata dal ritirato Murray e dal fragile Gasquet, direi che ci si può unire senza remore agli ultras pro Tim. L'occasione per togliersi qualche ultima legittima soddisfazione ci sarebbe... dubito sia d'accordo il fidanzato della nostra bella Flavia Pennetta. Go Tim.

Alcuni risultati di giornata:
Roger Federer (1) b. Teimuraz Gabashvili 6/3 6/2 6/4
Andy Roddick (3) b. Justin Gimelstob 6/1 7/5 7/6(3)
Fernando Gonzalez (5) b. Robbie Ginepri 3/6 7/6(1) 6/2 6/2
Tommy Haas (13) b. Zack Fleishman 6/3 6/4 6/2

Justine Henin (1) b. JorgelinaCravero 6/3 6/0
Serena Williams (7) b. Lourdes Dominguez Lino 7/5 6/0
Martina Hingis (9) b. Naomi Cavaday 6/7(1) 7/5 6/0
Marion Bartoli (18) b. Flavia Pennetta 6/3 6/1
Roberta Vinci b. Ashley Harkleroad 6/2 6/1

sabato, giugno 23, 2007

23-6-2007 Tennis, Wimbledon 2007: One More Night Marat


"One more night, one more night...
Please give me one more night, give me one more night
One more night cos I can't wait forever
Give me just one more night, oh just one more night
Oh one more night cos I can't wait forever
I've been sitting here so long..."

... cantava Phil Collins, non mi ricordo più nemmeno quanto tempo fa. La dea bendata del Tempio, irrispettosamente scomodata di venerdì mattina, ha emesso maliziosa i suoi verdetti. Tabelloni in vista e allora... One more match lo chiediamo noi a Marat. E questa volta al russo siamo pronti a chiederglielo due volte di fila. Due, perchè due sono, in linea teorica (premessa purtroppo necessaria quando si parla della lucida follia tennistica di Safin), i match che separano quest'ultimo dallo stellare terzo turno contro sua maestà Roger Federer. Ci siamo fermati subito nella lettura delle "sacre" tabelle. Ebbene si, ci permettiamo di trascurare il resto del sorteggio. Nadal subito contro Fish? No, grazie. Justine-Serena probabile quarto di finale? C'è tempo. Cosa dite? Maria Sharapova contro Venus Williams ancora prima, negli ottavi di finale??? Calma, calma; gli ottavi vengono dopo il terzo turno. Oltretutto, potrebbe benissimo non reggerci il cuore se il "matto" si ricorda del deja-vou australiano e torna a far tremare i polsi al divino Rogerio. Si sogna, è ufficiale e lo facciamo pure ad occhi aperti. "Matti" anche noi, come il nostro giocatore d'altronde. Eh-eh-eh. Ok, one more match al quadrato, solo questo. Step by step. Due passi. In fondo e in tutta sincerità, un pò sentiamo di meritarcele noi aficionados queste due vittorie perchè ci siamo stati e non abbiamo mai mollato, nella buona e nella cattiva sorte di questo matrimonio sportivo. Ci siamo stati con il Signor Nessuno Johansson e c'eravamo nelle giornate (se possibile) ancora più nere con i Wesley Whitehouse, Flavio Saretta e compagnia cantante. Non è scappato (quasi) nessuno. Ecco perchè ora lo vorremmo lì, dove uno come lui, uno con il suo sciagurato talento, uno che ha demolito Re Sampras a casa sua, deve stare: campo centrale di Wimbledon a giocarsela contro il miglior giocatore del mondo. Terzo turno o finale, ma che importa ?!!? Vada come vada. A quel punto si può anche andare al tappeto alla prima ripresa. Non ci sarebbe debaclè. La missione sarebbe comunque compiuta. Canto del cigno o memorabile rinascita... ai posteri l'ardua (?) sentenza. One more match, one more match... ben due volte Marat: ovviamente, De Voest e (forse) Qureshi permettendo. Lasciaci sognare ancora una notte.

I Tabelloni di Wimbledon - Wimbledon Main Draws

One More Night - Phil Collins (No jacket required) - Youtube.com

giovedì, giugno 21, 2007

21-6-2007 Tennis, Bjorn l'Orso e la (im)perfetta felicità di SuperMac.

Narrano gli antichi scriba di questo meraviglioso sport denominato tennis che in principio le chiavi del Regno di Wimbledon furono forgiate e consegnate, con buona pace del vecchio maestro Perry che da anni bramava l'avvento al trono di un erede di nobile sangue inglese, a Bjorn l'Orso. Il figlio di Odino con la racchetta era atleta forte, preparato, meticoloso e per queste qualità regnò sulla perfida albione per ben un lustro. E quando quasi più nessuno osava avvicinare il Golia nordico, arrivò da oltre oceano un ragazzetto, più bullo che bello, di nome John McEnroe a cambiare il corso della storia.
John, come disse bene Tim Adams, era l'Holden Caufield della racchetta. Un talento puro, abbagliante, ma "incapace e restio a crescere". Un campione "complesso, con molti conflitti irrisolti e costantemente in lotta con le falsità delle autorità sportive, i guardalinee addormentati e gli organizzatori di tornei con tanto di walkie-talkie". SuperMac era un adorabile stronzetto, come lo si poteva essere solo in quei ruggenti anni 80. Era come la (sua) Nuova York di quel tempo: ribelle, annoiato, viziato ed incivile, ma impossibile da non amare. John era i Rolling Stones del tennis giocato e parlato (o insultato, fate vobis). Irritava tutto e tutti, ma era anche ammirato da quasi tutti. Il perchè è presto detto: fu l'unico ad avere il coraggio e la follia di sfidare il Thor dalla luccicante armatura italiana.
Non si inchinava alla Regina, figuriamoci a Bjorn l'Orso. Cose "turche", mai viste e mai accadute nè prima nè mai più dopo nel Tempio. Materiale da epica dello sport anche e soprattutto per questo.
"L'ho visto uccidere Golia con una cerbottana, e vincere tornei solo per la sua presenza. Per il fatto di essere John McEnroe" diceva Peter Fleming, fido scudiero di doppio del SuperBrat. Fu profetico perchè l'asso statunitense prima irretì e poi sedusse, con il suo inimitabile servizio e le sue impossibili stoccate di volo, il biondo svedese e appena un anno dopo, nella Grande Battaglia del 1981, divenne lui il massimo. In un lampo di genio e classe rovesciò ed eclissò il regno di Bjorn a Wimbledon.
L'Orso cadde pesantemente e purtroppo non seppe più rialzarsi. Se ne andò alcuni anni più tardi portandosi via anche la perfezione e la felicità del leggendario avversario americano.
I grandi tennisti, come tutti i grandi sportivi, non possono esistere da soli: hanno bisogno di una nemesi, di un animale da competizione loro simile che li spinga oltre i propri limiti. Sampras aveva bisogno di Agassi, Alì di Foreman, Coppi di Bartali e invece John, senza Borg, si sentì più solo.
"Lui mi accettava" confessò anni dopo il ribelle. "C'era un livello di rispetto che non ho mai raggiunto con nessun altro. Era come se mi dicesse: "Senti, stiamo tirando una pallina da tennis da una parte all'altra della rete, ed è un modo strafico per guadagnarsi da vivere". Io diventavo matto, e pensavo che mi avrebbe dato del coglione da un momento all'altro. Era una cosa fantastica."
C'erano altri valorosi principi della racchetta, da Ivan il terribile al corsaro Jimbo, ma non era più perfetto per l'irriverente BigMac. John continuò a batterli, loro e i meno nobili Chris Lewis, che irrispettosamente gli si paravano di fronte nel Tempio, ma... ma non aveva più la stessa sensazione di perfezione che provava duellando contro lo svedese. A detta di molti, l'assenza gli lasciò un'aria ancora più inviperita, rabbiosa e frustrata. Traspariva chiaramente, anche quando stravinceva come nel 1984, la sensazione che gli mancasse qualcosa. Quel qualcosa di nome Borg.
"Di tanto in tanto scendevo in campo per allenarmi e pensavo: "Ehi, oggi voglio fare come Bjorn, non dirò niente. Durava forse per cinque colpi. Mi sembrava innaturale... Certo, c'erano altri grandi rivali - come Lendl e Connors - ma con Borg era più naturale. Avevamo personalità e stili di gioco così diversi che non c'era bisogno di aggiungere altro.". BigJohn finì con il perdersi d'animo nelle discese a rete e smarrì pure le chiavi del Regno. Il Fato le raccolse e le depositò saggiamente nelle divine mani di un mocciosetto teutonico dalla zazzera biondissima e il Tempio fu salvo. Ma questa, come si dice, è un'altra storia. Oggi le chiavi del Tempio, dopo il favoloso regno di Pietro il Grande, sono gelosamente custodite nella Roger Swiss Bank... almeno fino a lunedì, quando quello stesso magico Tempio ci racconterà un altro capitolo di questa bella storia infinita.
Ci siamo, il Torneo è vicino e domani conosceremo i tabelloni. Ci mancheranno un pò Bjorn e John, ma soprattutto speriamo che Rafael non lasci troppo solo il campione Roger. Buon Wimbledon a tutti.

The Championships - Wimbledon 2007 Official Site

Tim Adams - Essere John McEnroe - recensione ibs.it