domenica, luglio 15, 2007

15-07-2007 Tennis, Hall Of Fame. C'era solo...

C'era solo...
C'era solo Andrè Agassi. Ebbene si, devo ammetterlo: all'inizio c'era solo lui, il Kid di Las Vegas! L'equazione era semplice semplice: tennis=Andrè Agassi. C'erano le sue foto meticolosamente ritagliate da Match-ball. C'era la sua maglietta punk giallo-nera-viola gelosamente ripiegata e custodita nel cassetto della mia camera accanto alla maglia numero 5 della Maggica. C'era solo il suo rock & roll tennis, quei suoi colpi velocissimi ed anticipati che toglievano il fiato tanto ai suoi avversari quanto a me e mio cugino che lo guardavamo rapiti in televisione al Roland Garros. C'era quel suo mulinare rapido la racchetta che cercavo invano di imitare nelle mie super-sfide nel cortile di casa contro il muro o gli amici. Certo c'era anche Superbrat Mcenroe, c'erano Edberg&Chang (e l'indimenticabile finale del Rollando '89... la prima partita di tennis che mi ha inchiodato alla poltrona con lo sguardo fisso su Rai 3), c'erano i voli di Bum-Bum sull'erba londinese, c'era Lendl e le sue sopraciglia strappate... c'erano tutti questi grandi giocatori, ma per me il tennis era Andrè! Era la mia risposta definitiva, l'avrei accesa a qualsiasi tele-quiz. E invece... mi sbagliavo.
Il 10 settembre 1990 durante la finale degli Us open scoprii Pete Sampras. Mi sfuggivano, da agassiano doc (o almeno così credevo), le sperticate lodi del magico trio Tommasi-Clerici-Scanagatta per l'"altro" nel pre-match. Chiaro caso di abbaglio immaginavo. E invece... mi sbagliavo per la seconda volta.
Me lo ricordo ancora Pistol-Pete. Era magro, molto più di Andrè, ciondolante, sembrava più piccolo della sua età, un liceale sbalzato per chissà quale strano incantesimo nel bel mezzo di una finale dello Slam. Aveva i capelli neri, corti, niente a che vedere colla bionda zazzera ribelle del Kid. Sapeva di classico, di bello, come quella sua maglietta quasi totalmente bianca. Non mi ci è voluto molto, mi è bastato il primo piano di tele-capodistria sugli occhi scuri dell' "altro" per capire che non era li per caso: era un predestinato, un guerriero, un campionissimo come quello che il Signor Tacchini gli aveva disegnato sulla maglia. Non c'è stato bisogno di arrivare al 6-4 del primo set nè di attendere "la vittoria con punteggio discendente" come la definì Rino Tommasi in telecronaca... Agassi non c'era più. Tabula rasa. Il tennis, il mio tennis, aveva definitivamente perso i colori sgargianti di Andrè e aveva metabolizzato in modo indelebile i gesti "bianchi" di Pete Sampras. Il dritto saetta di Pete era subito diventato IL diritto! La volèe nel tennis poteva solo essere quella sua dolce carezza che accompagnava gentile la pallina qualche centimetro piu' in la della rete. E poi c'era il servizio... l'ultima arma a cui si ancoravano disperate le sue (di giocatore) e le mie (di tifoso) speranze di vittoria nelle giornate piu' nere ed anemiche. Per ultimo c'era il rovescio... la croce e la delizia del suo/mio tennis: se il rovescio era centrato, e lo capivi subito, allora non ce ne era per nessuno... nemmeno Superman con la racchetta poteva fermarlo. In quelle giornate di "perfezione" era impossibile dopo averlo visto in televisione non scendere di sotto in cortile a giocare: il suo tennis era di una bellezza contagiosa. E' nata così la mia passione tennistica per Sampras, all'improvviso in quella sera di fine estate Pietrino è (e lo è ancora oggi) diventato IL tennis, come Senna era, per me, LA f1; Van Basten IL calcio o Popov IL nuoto... sono stato certamente vittima di una magia, difficile da spiegare, lunga altri 12 anni, 14 slam ed un'infintà di record e vittorie che forse nemmeno ricordo tutte. Ne verranno altri di Pete Sampras, ne è arrivato uno (forse ) più forte di nome Federer, arriverà anche il tennista perfetto (col servizio di Ivanisevic, la volèè di Mac, il rovescio di Edberg e chissà cos'altro) ma io avro', statene certi, sempre l'impressione che quel timido ragazzino, ciondolante sul center court di Flushing 17 anni fa, potrebbe batterli comunque tutti. E mi basta chiudere gli occhi per averne la certezza. Questa è la vera magia di Pete Sampras. Benvenuto nella Hall of Fame Pete !!!


NEWPORT TENNI HALL OF FAME OFFICIAL WEBSITE

domenica, luglio 08, 2007

7-07-2007 Tennis, Finale di Wimbledon. Allez Marion, too good Venus.

Le luci dei riflettori sono tutte giustamente puntate sul quarto trionfo londinese di Venus Williams, ma la Cinderella Story oggi, a differenza del 2005, non ha lei come attrice protagonista ma Marion Bartoli. E non importa se è mancato l'happy end o se la francesotta gioca un tennis tutto suo e stilisticamente inguardabile. Non è bella come la Sharapova? Non è brava come la Navratilova? Ma chissene... E' stata cmq grandissima. Ha affrontato la numero uno del mondo sul centrale di Wimbledon, a testa alta, altissima. La n.1 ragazzi, l'inarrivabile "Giustina" Henin, che a Parigi aveva piallato tutto e tutti e che era arrivata fino in semifinale quasi in pompa magna. Le ha recuperato tutto, le ha tirato di là anche le "pietre" e alla fine l'ha mandata in tilt. Ci ha riprovato con Venere; ha retto botta fino al 4-4 del primo set, poi le sono mancate le forze o le è venuta un pò di umana tremarella o semplicemente (come ha dichiarato lei stessa con inguenua sincerità nell' intervista finale) l'altra è la n.1 del mondo sull'erba e ci sta di perdere. E' stata simpaticissima e buffa con Pierce Brosnam (indicato da lei come vero motivo della sua rimonta sulla belga n.d.r.) e anche nella premiazione quando ha tentato di "scippare" il piatto della regina a Venus durante le foto finali. Ce n'è abbastanza da esserne orgogliosi e credo che se ne sia finalmente reso conto anche quel suo padre troppo rigido quando è scoppiato a piangere ricevendo le sportive congratulazioni di Richard Williams. Magari la favola di Marion è finita qui, boh... sinceramente non importa. Questo sport regala storie bellissime, come quella della Williams, che hanno bisogno di 4 slam... pardon 4 capitoli per essere raccontate e poi ci sono della fiabe altrettanto straordinarie anche se scritte solo in 7 match... pardon 7 pagine. La favola di Marion, con tutti i suoi difetti, va benissimo cosi. Allez Marion e too good Venus.

Risultato finale : Venus William (Usa) b. Marion Bartoli (Fra) 6/4 6/1
Albo d'oro (dal 1957 ad oggi):
2007 V.E.S. Williams (USA, tds 23)
2006 A. Mauresmo (FRA, tds 1)
2005 V.E.S. Williams (USA, 14)
2004 M. Sharapova (RUS, 13)
2003 S.J. Williams (USA, 1)
2002 S.J. Williams (USA, 2)
2001 V.E.S. Williams (USA, 2)
2000 V.E.S. Williams (USA, 5)
1999 L.A. Davenport (USA, 3)
1998 J. Novotna (CZE, 3)
1997 M. Hingis (SUI, 1)
1996 S.M. Graf (GER, 1)
1995 S.M. Graf (GER, 1)
1994 I.C. Martinez (ESP, 3)
1993 S.M. Graf (GER, 1)
1992 S.M. Graf (GER, 2)
1991 S.M. Graf (GER, 1)
1990 M. Navratilova (USA, 2)
1989 S.M. Graf (GER, 1)
1988 S.M. Graf (GER, 1)
1987 M. Navratilova (USA, 1)
1986 M. Navratilova (USA, 1)
1985 M. Navratilova (USA, 1)
1984 M. Navratilova (USA, 1)
1983 M. Navratilova (USA, 1)
1982 M. Navratilova (USA, 1)
1981 J.M. Lloyd (USA, 1)
1980 R.A. Cawley (AUS, 1)
1979 M. Navratilova (USA, 1)
1978 M. Navratilova (USA, 2)
1977 S.V. Wade (GBR, 3)
1976 C.M. Evert (USA, 1)
1975 L.W. King (USA, 3)
1974 C.M. Evert (USA, 2)
1973 L.W. King (USA, 2)
1972 L.W. King (USA, 2)
1971 E.F. Goolagong (AUS, 3)
1970 B.M. Court (AUS, 1)
1969 P.F. Jones (GBR, 4)
1968 L.W. King (USA, 1)
1967 L.W. King (USA, 1)
1966 L.W. King (USA, 4)
1965 M. Smith (AUS, 2)
1964 M.E.A. Bueno (BRA, 2)
1963 M. Smith (AUS, 1)
1962 J.R. Susman (USA, 8)
1961 F.A.M. Mortimer (GBR, 7)
1960 M.E.A. Bueno (BRA, 1)
1959 M.E.A. Bueno (BRA, 6)
1958 A. Gibson (USA, 1)
1957 A. Gibson (USA, 1)

sabato, luglio 07, 2007

4-7-2007 Motori&Costume, Welcome 500 e benritrovata Torino.


C'è quella "bambina is very small" arrivata qui fin da Sydney, c'è "da grande diventerò una ferrari" stampato in bordeaux su una cinquecento tutta blu come il mare d'agosto, c'è quella tutta un mosaico, quella rossa trasformata come una ferrari, c'è il cinquino di bo & duke (la più bella imho), e poi quella tutta una nuvola, c'è la cinquecento "figlia dei fiori", ci sono le abarth, le alettonate, le spider e addirittura una con un carrello tenda a forma di 500 compressa. Ci sono quelle arancio, rosse pastello, verdi pisello, le gialle canarino o le blu puffo. C'è un mare di colori che anima d'allegria (e un velo di nostalgia) Piazza Vittorio Veneto. C'è la 500 che fu, c'è l'attesa spasmodica per quella che sarà, ma soprattutto c'è TORINO. C'è la città "delle olimpiadi", la piccola Parigi. Ci sono gli ex-bugia nen. 10 mila accreditati lungo il Po, 90-100 mila torinesi festanti in giro per la città. Farfalle colorate in volo in una magica notte Bianca. Un incanto, l'ennesimo che mi/ci regala questa spettacolare città. Ci ha (ci abbiamo) preso gusto oramai. E allora via, si spengono le luci lungo Corso Cairoli e sotto un tramonto da paura parte la musica ed è festa. Da "Ciao Bambina" al "Tuca Tuca" fino a "Sei grande" di Mina; è la colonna sonora che ha accompagnato negli anni chi ha guidato The original one. C'è l'applauso vero, sincero e fragoroso per Agnelli, ci sono i richiami a Fellini, alla Dolce vita, c'è perfino un' improbabile Claudia Gerini/Marylin. C'è una violoncellista con due gambe da cardiopalma e poi ci sono finalmente i fuochi che riempono il cielo di luci e botti. C'è Lauryn Hill (vista ma non sentita perchè mi ero spostato in una Piazza Castello stracolma, ma con megaschermo sciaguratamente senza audio). Non può mancare Pierino Chiambretti che da noi è un must e poi tocca all'attrice protagonista, all'attesissima 500. Arrivano dal cielo, tre ufo, tre oggenti "identificati", scendono leggere sulla piattaforma galleggiante, una, la quarta, invece continua a volare sospesa in aria, come volavano sospesi i sogni dei miei/nostri genitori sul leggendario cinquino. Il gran finale è la ciliegina sulla torta, il logo 500 che si illumina sulla città, l'ultima raffica di fuochi a mozzare il fiato e a salutare la nuova arrivata. E' nata una stella, titolano i giornali... una, la cinquecento, si... anzi, mi permetto di aggiungere, due stelle: la cinquecento e Torino, la piccola Parigi o, lasciatemi esagerare di brutto per un volta, con un pò di orgoglio sciovinista-cittadino, semplicemente la grande Torino. Torino c'è e la 500 pure, direbbe Guido Meda. Benritrovati.

SITO UFFICIALE DELLA NUOVA 500