
Ora ci crediamo anche noi insieme a Velentino. Ci crediamo di più perchè abbiamo ammirato The Doctor rischiare tutto in un duello "rusticano" con Capirossi per un sogno mondiale che due gare fa nessuno vedeva più tranne lui. Ci crediamo di più perché sciupare tutto dopo aver colorato come ieri la Moto GP d’azzurro anzi di giallo e di rosso (come i colori delle carene dei due campioncini) sarebbe davvero un peccato. Che show la gara di ieri. Da raccontare. Una di quelle sfide che ti incolla alla poltrona anche se, come il sottoscritto, sai a malapena cambiare una gomma. Sono rimasto tre quarti d’ora immobile in assoluto silenzio rotto solo dal rombo dei motori quasi avessi paura di disturbare il funambolo rosso e quello giallo che si sverniciavano a ripetizione dentro il mio televisore. Che il “dottore” sia garanzia di spettacolo è risaputo ma quando come ieri ci si mette anche Capirex allora è un attimo finire sull’ottovolante delle emozioni. Cardiotonici a go-go. Fermo lì, col fiato tirato, come quando Valentinik infilava Loris prima dell’ultimo giro di walzer a gomme finite o come quell’ultima staccata all’ultima curva, come da copione. Rossi frenava al limite, Capirossi oltre ogni umana immaginazione finendo lungo. Da lì in avanti era festa grande. Ero sul divano ma avrei voluto essere al box Yamaha a saltare sulla sedia come Uccio e poi sotto il palco della premiazione mentre i due fenomeni si scambiavano pacche come vecchi amici al bar per gioire con loro magari abbracciando il team manager Brivio o meglio ancora l’umbrella-girl, quella dalle gambe chilometriche che ho “casualmente” adocchiato alla partenza accanto al bolide giallo Yamaha. Rossi c’è, Guido Meda dixit, il suo sogno di rimonta impossibile pure. Ci crediamo anche noi.
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