venerdì, settembre 01, 2006

31-8-06 Tennis, U.S. Open 2006. Andrè Agassi: Il sogno continua

Giornata intensissima sui campi blu di Flushing Meadows: programmone da leccarsi i baffi con i duellissimi Federer-Henman e Moya-Mathieu e dulcis in fundo Marrrat come lo pronuncia Marianella in telecronaca... ma io stasera passo la mano. Salto un giro come a Monopoli perchè sono ancora inchiodato all'applauso fortissimo from NY di stamattina. Perchè non è ancora finita. Perchè il sogno di Andrè Agassi continua e continua nel migliore dei modi. Sono piantato a stamane perchè eravamo rimasti tutti, all'Arthur Ashe Stadium o a casa mia/vostra non fa differenza, senza fiato. Perchè il suo match con Baghdatis quasi non era ancora finito che era già nella leggenda di questo meraviglioso sport che ci tiene svegli fino all'alba in una altrimenti qualsiasi notte di fine agosto. Non "voglio cambiare canale" perchè di match così ce ne sono sempre di meno, roba da istituire al volo il WWF della racchetta. Perchè è stato come uscire dal cinema dopo un piacevole lungometraggio di 4 ore stra-colmo di grandi emozioni come quelle della rimontona del cipriota da 0-4 nel quarto set o quelle del break e controbreak in avvio di quinta partita o come i crampi improvvisi e (forse) letali a Marcos nell'ottavo gioco o come chi più ne ha più ne metta. Sono fermo perchè ancora una volta c'era lui nel ruolo dell'attore principale. C'era ieri notte contro l'emergente Baghdatis, come c'era con Sampras nel leggendario quarto di finale del 2001 o con Federer nel 2004 in quei primi tre set di una semifinale "marziana" rovinata solamente dai capricci del dio Eolo o come con Blake nello spietato tie-break all' ok corral dell'anno passato. Lui c'era e c'è ancora, per nostra fortuna. E lui, ladies & gentlemen, è Andrè Agassi: IL tennis, Federer o non Federer. Lui che sarà sempre il Kid di Las Vegas. Lui che "colpisce di anticipo come Andreino" è già un classicissimo delle telecronache e dei forum. Lui che ha (quasi) messo in naftalina il "di bianco vestito". Lui che si è inventato lo schiaffo al volo perchè la voleè era per poche elette ed educatissime mani. Lui che si è piegato fino alla 100esima posizione ma poi è rimbalzato piu' forte e veloce di Superman ai vertici. Lui che ha imposto il suo Rock & Roll tennis contro OGNI avversario, su ogni campo o superficie compresa quella infida terra rossa all'ombra della Torre Effeil dove altri grandissimi del gioco come McEnroe, Becker, Edberg, Sampras e (per ora) Federer erano invece clamorosamente scivolati. Lui che ha cambiato il tennis come pochi altri e che dal tennis è stato cambiato (in meglio) come nessun altro. Lui che ha ancora un sogno e soprattutto io/noi che siamo ancora qui ad applaudirlo. Grazie, io salto un giro, ci vediamo domani con Andrè.

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