C'era solo... C'era solo Andrè Agassi. Ebbene si, devo ammetterlo: all'inizio c'era solo lui, il Kid di Las Vegas! L'equazione era semplice semplice: tennis=Andrè Agassi. C'erano le sue foto meticolosamente ritagliate da Match-ball. C'era la sua maglietta punk giallo-nera-viola gelosamente ripiegata e custodita nel cassetto della mia camera accanto alla maglia numero 5 della Maggica. C'era solo il suo rock & roll tennis, quei suoi colpi velocissimi ed anticipati che toglievano il fiato tanto ai suoi avversari quanto a me e mio cugino che lo guardavamo rapiti in televisione al Roland Garros. C'era quel suo mulinare rapido la racchetta che cercavo invano di imitare nelle mie super-sfide nel cortile di casa contro il muro o gli amici. Certo c'era anche Superbrat Mcenroe, c'erano Edberg&Chang (e l'indimenticabile finale del Rollando '89... la prima partita di tennis che mi ha inchiodato alla poltrona con lo sguardo fisso su Rai 3), c'erano i voli di Bum-Bum sull'erba londinese, c'era Lendl e le sue sopraciglia strappate... c'erano tutti questi grandi giocatori, ma per me il tennis era Andrè! Era la mia risposta definitiva, l'avrei accesa a qualsiasi tele-quiz. E invece... mi sbagliavo.
Il 10 settembre 1990 durante la finale degli Us open scoprii Pete Sampras. Mi sfuggivano, da agassiano doc (o almeno così credevo), le sperticate lodi del magico trio Tommasi-Clerici-Scanagatta per l'"altro" nel pre-match. Chiaro caso di abbaglio immaginavo. E invece... mi sbagliavo per la seconda volta.
Me lo ricordo ancora Pistol-Pete. Era magro, molto più di Andrè, ciondolante, sembrava più piccolo della sua età, un liceale sbalzato per chissà quale strano incantesimo nel bel mezzo di una finale dello Slam. Aveva i capelli neri, corti, niente a che vedere colla bionda zazzera ribelle del Kid. Sapeva di classico, di bello, come quella sua maglietta quasi totalmente bianca. Non mi ci è voluto molto, mi è bastato il primo piano di tele-capodistria sugli occhi scuri dell' "altro" per capire che non era li per caso: era un predestinato, un guerriero, un campionissimo come quello che il Signor Tacchini gli aveva disegnato sulla maglia. Non c'è stato bisogno di arrivare al 6-4 del primo set nè di attendere "la vittoria con punteggio discendente" come la definì Rino Tommasi in telecronaca... Agassi non c'era più. Tabula rasa. Il tennis, il mio tennis, aveva definitivamente perso i colori sgargianti di Andrè e aveva metabolizzato in modo indelebile i gesti "bianchi" di Pete Sampras. Il dritto saetta di Pete era subito diventato IL diritto! La volèe nel tennis poteva solo essere quella sua dolce carezza che accompagnava gentile la pallina qualche centimetro piu' in la della rete. E poi c'era il servizio... l'ultima arma a cui si ancoravano disperate le sue (di giocatore) e le mie (di tifoso) speranze di vittoria nelle giornate piu' nere ed anemiche. Per ultimo c'era il rovescio... la croce e la delizia del suo/mio tennis: se il rovescio era centrato, e lo capivi subito, allora non ce ne era per nessuno... nemmeno Superman con la racchetta poteva fermarlo. In quelle giornate di "perfezione" era impossibile dopo averlo visto in televisione non scendere di sotto in cortile a giocare: il suo tennis era di una bellezza contagiosa. E' nata così la mia passione tennistica per Sampras, all'improvviso in quella sera di fine estate Pietrino è (e lo è ancora oggi) diventato IL tennis, come Senna era, per me, LA f1; Van Basten IL calcio o Popov IL nuoto... sono stato certamente vittima di una magia, difficile da spiegare, lunga altri 12 anni, 14 slam ed un'infintà di record e vittorie che forse nemmeno ricordo tutte. Ne verranno altri di Pete Sampras, ne è arrivato uno (forse ) più forte di nome Federer, arriverà anche il tennista perfetto (col servizio di Ivanisevic, la volèè di Mac, il rovescio di Edberg e chissà cos'altro) ma io avro', statene certi, sempre l'impressione che quel timido ragazzino, ciondolante sul center court di Flushing 17 anni fa, potrebbe batterli comunque tutti. E mi basta chiudere gli occhi per averne la certezza. Questa è la vera magia di Pete Sampras. Benvenuto nella Hall of Fame Pete !!!
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