sabato, dicembre 23, 2006

lunedì, dicembre 18, 2006

17-12-2006 Calcio, Coppa Intercontinentale 2006. L'intercontinentale "Le Roy" Michel.

Come tradizione vuole, ieri mattina ho seguito con grande attenzione Barcellona-International Porto Alegre finale 2006 del Campionato del Mondo per Club. Ho sempre amato molto la Coppa Intercontinentale o Mondiale per Club come lo hanno ri-battezzato, con mio grande disappunto, di recente. L’intercontinentale ha sempre avuto ai miei occhi un fascino particolare, un non so che di lontano, esotico. Sarà perchè si gioca nella terra del Sol Levante o per il fuso orario, sarà...ma non so spiegarlo bene neppure io. E poi a lei è legato il mio primo ricordo di finale “vinta”. Era il 1985 e arrivavo dai lacrimoni della Coppa dei Campioni dell’anno precedente persa ai rigori dalla mia Roma. Ricordo ancora quando, conquistato da Falcao, annunciai immerso nell’incollatura del mio primo album di figu panini a mio padre, Juventino d.o.c., e al resto della mia famiglia, granata “da legare”, che sarei diventato invece giallorosso. Passato lo sgomento iniziale e accantonata l’idea di fare harakiri, cuore di papà mi regalò perfino la bandiera della Roma e seguimmo insieme la finalissima con il Liverpool nel lettone di casa. “La bandiera porterà bene” mi disse mio padre. Evidentemente che portava bene non lo sapevano né Conti né Graziani che cacciarono in curva i loro rigori decisivi e in un mare di lacrime i miei sogni di vittoria in Coppa Campioni. Quella mattina di dicembre del 1985 invece c’era mio padre in “tensione” davanti alla tv (senza bandieroni di sorta) e io con lui spettatore imparziale almeno fino alla magia di Michel Platini. Le Roy quel giorno mise in rete un goal di una bellezza stordente: stop, sombrero, piroetta e voleè di sinistro (mi pare n.d.r.), tutto in un amen, in un solo felino movimento. Un ballerino in scarpini da calcio che stregò tutti, dal Giappone fino alla Groenlandia, meno l’arbitro che evidentemente non aveva il gusto del bello e quindi pensò bene di rompere l’incanto annullando la prodezza per non so più quale futile motivo. E il mago Platini? Beh, se l’avete visto o ri-visto lo sapete altrimenti liberi di non credermi ma rimase per un istante sdraiato in mezzo al campo, in elegantissimo sciopero, piu’ incredulo che sornione, forse anche un pizzico divertito. Poi si rialzò, applaudì l’arbitro e riprese a giocare. La Juve vinse, per la gioia di mio padre e un po’ anche la mia, in rimonta quella finale proprio ai maledetti rigori ma questa è un'altra storia. La storia della "mia" Intercontinentale, nonostante siano passati 20 anni e abbia visto tanti altri campioni vincerla, avrà sempre in copertina le Roy Michel sdraiato. Chapeau. W la France, per una volta.

L'albo d'oro della manifestazione

2006 - Internacional de Porto Alegre (BRA)
2005 - San Paolo (BRA)
2004 - Porto (POR)
2003 - Boca Juniors (ARG)
2002 - Real Madrid (ESP)
2001 - Bayern Monaco (GER)
2000 - Boca Juniors (ARG)
1999 - Manchester United (ENG)
1998 - Real Madrid (ESP)
1997 - Borussia Dortmund (GER)
1996 - Juventus (ITA)
1995 - Ajax (NED)
1994 - Velez Sarsfield (ARG)
1993 - San Paolo (BRA)
1992 - San Paolo (BRA)
1991 - Stella Rossa Belgrado (YUG)
1990 - Milan (ITA)
1989 - Milan (ITA)

1988 - Nacional Montevideo (URU)
1987 - Porto (POR)
1986 - River Plate (ARG)
1985 - Juventus (ITA)
1984 - Independiente (ARG)
1983 - Gremio Porto Alegre (BRA)
1982 - Peñarol Montevideo (URU)
1981 - Flamengo (BRA)
1980 - Nacional Montevideo (URU)
1979 - Olimpia Asunciòn (PAR)
1978 - non disputata
1977 - Boca Juniors (ARG)
1976 - Bayern Monaco (BRD)
1975 - non disputata
1974 - Atletico Madrid(*) (ESP)
1973 - Independiente *(ARG)
1972 - Ajax (NED)
1971 - Nacional Montevideo (URU)
1970 - Feyenoord (NED)
1969 - Milan (ITA)
1968 - Estudiantes (ARG)
1967 - Racing Avellaneda (ARG)
1966 - Peñarol (URU)
1965 - Inter (ITA)
1964 - Inter (ITA)

1963 - Santos (BRA)
1962 - Santos (BRA)
1961 - Peñarol (URU)
1960 - Real Madrid (ESP)

martedì, dicembre 05, 2006

5-12-2006 Calcio, Serie A 14a.Giornata. 100 anni di Torino. Un augurio speciale.

Non poteva che finire così con la saetta all'incrocio dei pali al limite dei 90 minuti regolamentari scagliata da un granata d.o.c. come Comotto per un giorno emulo di quei Pulici e Mazzola che lo guardavano e vegliavano (visto il goal "non goal" non concesso a Marianini dell'Empoli al 12' della ripresa n.d.r.) dalle loro gigantografie issate sui distinti del Comunale. Vittoria voluta, attesa e trovata per celebrare degnamente i 100 anni di storia granata. Per l'evento "secolare" scelgo l'articolo del grande giornalista de "La Stampa" Roberto Beccantini, juventino di lunga data: un "gobbo" che fa sinceri auguri per il compleanno del Toro, regalo prezioso. Meglio di così è impossibile o no?!!?!

Da "La Stampa" del 3/12/2006
"Caro Toro, che regalo ti ho fatto" di Roberto Beccantini:

Un gobbo che fa gli auguri al Toro senza gridargli «devi morire», so già che passerà per un traditore che si è bevuto il cervello. Ve li faccio lo stesso. Cent’anni di «toritudine». In alto i calici: è il minimo. Se indosso il pigiama (fino al maggio scorso, rigorosamente Palazzo), lo devo alle diavolerie di Omar Sivori. Abitavo a Bologna. Mi stregò. Prima di diventare avversari, siete stati i racconti che un padre, juventino, faceva di quella Squadra che nessuno della mia generazione ha visto, ma che la forza della parola ci aiutava a immaginare. Voi avete bisogno di noi per sentirvi diversi. Noi abbiamo bisogno di voi per sentirci superiori. Noi juventini siamo figli di papà (Agnelli). Voi granata siete figli della madre di tutte le tragedie: Superga. È questa la cesura, drastica, che spiega la distanza emotiva fra i due mondi. Il destino ha curato persino i dettagli: il nostro Scirea è morto in Polonia, il vostro Meroni a Torino, travolto da un suo tifoso. Più ci penso, più non so cosa pensare.

Il Toro, per me, è un pezzo di storia. E la storia non è un cerino vagante: è una fiaccola che riscalda la passione comune. Finché derby non ci riunisca (curva Scirea). Finché derby, con calma, non torni a separarci (curva Maratona). Quando toccò a noi brindare al centenario, nel 1997, eravate in B voi. Oggi che tocca a voi, siamo in B noi. È il regalo che non avrei mai voluto farvi. In compenso, vi abbiamo strappato l’esclusiva degli scudetti revocati. Di solito, gli «auguri di serie B» sono quelli che il festeggiato liquida con un’occhiata distratta. Ho l’impressione che per il bigliettino del sottoscritto, juventino in transito da Crotone a Frosinone, farete un’eccezione.


Il sito web de "La Stampa":
LA STAMPA WEB.IT

"Il Punto" preziosa rubrica di Roberto Beccantini su "La Stampa"
IL PUNTO di ROBERTO BECCANTINI

lunedì, dicembre 04, 2006

3-12-06 Pallavolo, Mondiali 2006 - Giappone. Brasile e Giba, musica e maestro.

Non so più chi, non so più dove (mi faccio i complimenti da solo per questo significativo inizio chiara testimonianza di arteriosclerosi galoppante n.d.r.) ma qualcuno definì il calcio giocato dalla selecao dei vari Socrates, Falcao, Junior, Zico, Cerezo & Co. (poi castigata dal nostro Pablito Rossi alle soglie delle semifinali del Mundial 1982) "futbol bailado". Beh, quel "non so chi" se oggi avesse visto giocare la nazionale carioca di Bernardinho definirebbe senza indugio la loro pallavolo "volley bailado". Un grande direttore d'orchestra, Bernardo appunto, e 6-7 splendidi ballerini prestati occasionalmente al volley. Tra questi "più splendido" tra gli splendidi (devo ricordarmi di brevettare e rivendere questo slogan alla "Mastro lindo s.p.a." ), primus inter pares, Gilberto Amauri Godoy Filho, per tutti solo e soltanto Giba !! La sua pallavolo è semplicemente Samba. Il suo modo di giocare, di attaccare, è ritmo allo stato puro, è frenesia, è un movimento costante che nessuno puo' allenare nè tanto meno imitare. Lui danza nel campo. Una danza sfrenata, come il ballo carioca nato dagli schiavi brasiliani delle piantagioni di canna da zucchero. Una danza coinvolgente che tutti amano vedere ma nessuno vuole affrontare, come dice Fefè De Giorgi. Proprio come l' Haka degli All Blacks del Rugby. Giba, il Fred Astaire della Pallavolo. I suoi passettini in avanti velocissimi nella ricezione, il corpo che si raccoglie in direzione opposta, pronto a ricevere, addomesticando il pallone amico e poi via fulmineo in avanti per schiacciare la saetta lanciatagli da Ricardo, il mezzo battito, la compressione del ginocchio e poi l'estensione dello stesso, il salto, l'altro mezzo battito, e poi solo il rumore della sua mano sul pallone, carezza o schiaffo a seconda dei punti di vista, e ultimo atto, quasi sempre, solo la musica del pallone a terra, la gioia irrefrenabile e a tratti sfrontata sua e dei compagni di squadra che rimbomba festosa nel palazzetto. Fred Astaire e Carmen Miranda applaudirebbero convinti a questa rappresentazione sui generis del ballo. E allora musica, maestro. Dirige Bernardinho, eseguono, con allegria contagosa, Giba & la nazionale di pallavolo verdeoro. Onore agli invincibili.

Il tabellino della Finalissima:
BRASILE-POLONIA 3-0 (25-12, 25-22, 25-17)
Durata set: 20', 27', 23' - 1h10'
Brasile: Andrè Heller 9, Giba 12, Andrè 14, Gustavo 7, Ricardo 1, Dante 11, Sergio (L). All. Bernardinho
Polonia: Winiarski, Plinski 4, Zagummy 1, Wlazly 12, Kadziewicz 3, Swiderski 9, Gacek (L), Bakiewicz, Gruszka, Grzyb 2, Zygadlo. All. Lozano

L'albo d'Oro:
1949 Praga: U.R.S.S.
1952 Mosca: U.R.S.S.
1956 Parigi: Cecoslovacchia
1960 Rio de Janeiro: U.R.S.S.
1962 Mosca: U.R.S.S.
1966 Praga: Cecoslovacchia
1970 Sofia: Germania Est
1974 Città del Messico: Polonia
1978 Roma: U.R.S.S. (2.Italia)
1982 Buenos Aires: U.R.S.S.
1986 Parigi: U.S.A.
1990 Rio de Janeiro: Italia
1994 Atene: Italia
1998 Tokyo: Italia

2002 Buenos Aires: Brasile
2006 Tokyo: Brasile

venerdì, dicembre 01, 2006

2-12-2006 Tennis, Davis Cup 2006 Finale: Russia-Argentina. Il dejavù e la lezione della Davis.

E' partita oggi pomeriggio la Finalissima di Coppa Davis 2006. Russia, terra rossa, Stadio Olimpico. Tutto esattamente come 11 anni fa, strano dejavù. Quasi gli stessi "ingredienti" con la sola piccola/grande differenza che allora c'erano in campo gli U.S.A. del "mio" Pete Sampras. Oddio, senza false ipocrisie, meglio dire subito che, benchè tifosissimo di Sweet Pete, non è che dapprima tenessi particolarmente a quella Coppa Davis. Mi era, fin lì, sempre sfuggito il pathos della Coppa. Aggiungiamoci che l'Inslalatiera s'era già vinta nel '92 e che si giocava sulla odiata terra, il che equivaleva a far lottare Superman su un pianeta di Kryptonite verde ed ecco spiegato il mio approccio molto british all'evento. Iniziai medio disinteressato e invece finii a tifare come pochissime altre volte per quel Clark Kent-Sampras. La maratona e i crampi contro Stakanov (alias andrei Chesnokov) , la vittoria nel doppio appresa dopo una frenetica e convulsa consultazione del televideo (in pratica quel giorno non feci altro che sintonizzarmi sulla pagina 230 del teletext di mamma Rai) e poi la battaglia finale con il principino di Sochi. Già quel maledetto "biondino" russo che aveva pure il tifo "bipartisan" dei miei genitori perchè ... perchè era più elegante, armonioso e perchè si muoveva leggero, volava, a sentir loro, su quella superficie maligna di color argilla. Eravamo io e Pete, soli contro tutti. E il mio Superman era in difficoltà. Lo sapevo bene, io. La camminata raccolta, ciondolante, il viso tirato, pallido come la maglietta verde smunto che gli aveva messo addosso la nike, la testa china come Atlante a reggere sulle sue spalle l'intera America tennistica. Era durissima ma SuperPete non mi tradì neanche quella volta. Mise tutte le sue ultime forze in un paio di dritti incorciati disumani da ben oltre la linea laterale e con un paio di voli pindarici, puntellati col la sinistra per non cadere, a rete si portò a casa i primi due set ma soprattutto ci mise quello che lo rendeva speciale ai miei occhi: il cuore e la grinta del campione che non vuole perdere. Come aveva già fatto o farà nella sua carriera con Corretja e con Courier e con Agassi nella sua ultima impresa a NY. Quella settimana "russa" imparai la lezione della Davis. Non l'ho mai amata ma da allora ho imparato a rispettarla e, se devo tifare qualche mio pupillo, a temerla tantissimo proprio come fece Pete Sampras in quel, ahimè, così vicino ma così lontano 1995. Non so ancora per chi farò il tifo domenica, nella giornata dei singolari decisivi. Per il momento siamo 1-1 dopo i successi di Davydenko (su Chela) e di Nalbandian (su uno sciagurato Safin). Equilibrio perfetto, come il sottoscritto che ha iniziato medio disinteressato, chissà che non mi trovi ad accanirmi ed esaltarmi saltellando di gioia davanti alla televisione proprio come in quella Davis firmata Pete Sampras. La lezione oramai l'ho imparata.

Il Sito ufficiale della Davis Cup:
Davis Cup Official Website

I risultati della prima giornata:
Nikolay DAVYDENKO (RUS) b. Juan Ignacio CHELA (ARG) 6/1 6/2 5/7 6/4
David NALBANDIAN (ARG) b. Marat SAFIN (RUS) 6/4 6/4 6/4

martedì, novembre 28, 2006

27-11-06 Calcio, Pallone d'Oro 2006: Fabio Cannavaro, lo scugnizzo d'oro del calcio.

Il vincitore del Pallone d'Oro 2006 non ha il sorriso contagioso di Ronaldinho quando segna goal che, prima d'ora, avevamo visto fare solo schiacciando ripetutamente F2 con la Play Station...

Ronaldinho in Barcellona - Villareal 4-0

... e nemmeno ha il pollicione in bocca come l'ex pupone Francesco Totti quando fotocopia il "cigno" Van Basten e strappa la standing ovation del pubblico avversario di Marassi dopo la saetta del 4-1 ...

Totti in Sampdoria - Roma 2-4

... ... ha, invece, la faccia da scugnizzo felice di Fabio Cannavaro. E' lui, il capitano azzurro, l'ultimo vincitore del Pallone d'Oro di France Football. Gliel'hanno consegnato ieri le mani fatate di Monica Bellucci tanto per lasciare ancora in lui, che pensava addirittura di essere su Scherzi a Parte, il ragionevole dubbio che si trattasse davvero soltanto di un bellissimo sogno. E invece era o meglio è tutto verissimo e meritatissimo. Chissà se, come con la Coppa del Mondo, ieri notte si sarà addormentato anche accanto al Pallone d'Oro ??!? Sogni d'oro, in tutti i sensi. Succede a Ronaldinho, Cruyff, Platini, Van Basten e Di Stefano e tanti altri campioni che davano del tu al pallone, ma il suo nome accanto a questi mostri sacri non è blasfemia pallonara, anzi. Kaaaannnaaaavaro, Caressa dixit, è riuscito laddove altri grandissimi del suo ruolo, Scirea e Maldini in primis, hanno invece fallito. Ha ringraziato, felice, la nazionale di Lippi e la Juve (ancora di Lippi) e i suoi compagni che l'hanno portato fino a lì. Ha avuto un pensiero per il compagno-rivale Buffon, beffato al fotofinish e forse bruciato da un'investitura prematura da parte dei Mass Media e uno per Francesco Totti "... per fortuna si è messo a farli adesso, quei gol: se cominciava prima mi fregava il Pallone d'Oro! ". Ha ringraziato tutti, compreso il Real, la sua nuova squadra, ma poi l'ha dedicato, di classe, ai bambini della sua città, Napoli. Li ha invitati a credere nei loro sogni "... perchè ogni tanto si avverano...", ad appassionarsi al sogno "Calcio" con la speranza un giorno di diventare Fabio Cannavaro: il primo difensore vero ad aggiudicarsi l'ambitissimo premio. E puo' sorridere, di gusto, anche per questo. Lui ce l'ha fatta. Ha realizzato il sogno. Bravissimo, capitano.

La Classifica Finale di France Football:

1. Fabio Cannavaro, 173 points
2. Gianluigi Buffon, 124 pts
3. Thierry Henry, 121 pts
4. Ronaldinho, 73 pts
5. Zinédine Zidane, 71 pts
6. Samuel Eto’o, 67 pts.
7. Miroslav Klose, 29 pts.
8. Didier Drogba, 25 pts.
9. Andrea Pirlo, 17 pts.
10. Jens Lehmann, 13 pts

E L'albo (del Pallone) d'Oro:

1956 A Stanley Matthews (ING), Blackpool (ING)
1957 A Alfredo Di Stéfano (ARG/COL/SPA), Real Madrid (SPA)
1958 A Raymond Kopa (FRA), Real Madrid (SPA)
1959 A Alfredo Di Stéfano (ARG/COL/SPA), Real Madrid (SPA)
1960 A Luis Suárez Miramontes (SPA), Barcellona (SPA)
1961 C Omar Enrique Sivori (ARG/ITA), Juventus (ITA)
1962 C Josef Masopust (CEC), Dukla Praga (CEC)
1963 P Lev Jashin (URSS), Dynamo Mosca (URSS)
1964 A Denis Law (SCO), Manchester United (ING)
1965 A Eusébio (POR), Benfica Lisbona (POR)
1966 C Bobby Charlton (ING), Manchester United (ING)
1967 A Flórián Albert (UNG), Ferencváros (UNG)
1968 A George Best (IRL N.), Manchester United (ING)
1969 C Gianni Rivera (ITA), Milan (ITA)
1970 A Gerd Müller (GER. O.), Bayern Monaco (GER. O.)
1971 A Johan Cruijff (OLA), Ajax Amsterdam (OLA)
1972 D Franz Beckenbauer (GER. O.), Bayern Monaco
1973 A Johan Cruijff (OLA), Barcellona (SPA)
1974 A Johan Cruijff (OLA), Barcellona (SPA)
1975 A Oleg Blokhin (URSS), Dynamo Kyiv (URSS)
1976 D Franz Beckenbauer (GER: O.) Bayern Monaco (GER. O.)
1977 A Allan Simonsen, Borussia Moenchengladbach (GER. O.)
1978 A Kevin Keegan (ING), Amburgo (GER. O.)
1979 A Kevin Keegan (ING), Amburgo (GER. O.)
1980 A Karl-Heinz Rummenigge (GER. O.), Bayern Monaco (GER. O.)
1981 A Karl-Heinz Rummenigge (GER. O.), Bayern Monaco (GER. O.)
1982 A Paolo Rossi (ITA), Juventus (ITA)
1983 C Michel Platini (FRA), Juventus (ITA)
1984 C Michel Platini (FRA), Juventus (ITA)
1985 C Michel Platini (FRA), Juventus (ITA)
1986 A Igor Belanov (URSS), Dynamo Kyiv (URSS)
1987 A Ruud Gullit (OLA), Milan (ITA)
1988 A Marco van Basten (OLA), Milan (ITA)
1989 A Marco van Basten (OLA), Milan (ITA)
1990 C Lothar Matthaus (GER. O), Inter (ITA)
1991 A Jean-Pierre Papin (FRA), Olympique Marsiglia (FRA)
1992 A Marco van Basten (OLA), Milan (ITA)
1993 A Roberto Baggio (ITA), Juventus (ITA)
1994 A Hristo Stoichkov (BUL), Barcellona (SPA)
1995 A George Weah (LIB), Milan (ITA)
1996 C Matthias Sammer (GER), Borussia Dortmund (GER)
1997 A Ronaldo (BRA), Inter (ITA)
1998 C Zinédine Zidane (FRA), Juventus (ITA)
1999 C Rivaldo (BRA), Barcellona (SPA)
2000 C Luis Filipe Madeira Figo (POR), Barcellona/Real Madrid (SPA)
2001 A Michael Owen (ING), Liverpool (ING)
2002 A Ronaldo (BRA), Real Madrid (SPA)
2003 C Pavel Nedved (R. CEC), Juventus (ITA)
2004 A Andriy Shevchenko (UCR), Milan (ITA)
2005 A Ronaldo de Assis Moreira" Ronaldinho Gaúcho" (BRA), Barcellona (SPA)
2006 D Fabio Cannavaro (ITA), Juventus (ITA)/Real Madrid (SPA)

lunedì, novembre 20, 2006

20-11-06 Tennis, Masters Cup 2006. Il Marchese Roger.

Puntuale come un orologio svizzero (appunto) domenica è arrivato il terzo Masters del "cannibale" della racchetta, Roger Federer. 12 tornei vinti, tre titoli dello Slam su 4 (finale anche a Parigi n.d.r.), 92 vittorie e solo 5 sconfitte, 15 sconfitte in tre anni, 8.343.885 dollari incassati dal fuoriclasse svizzero solo nella stagione appena conclusasi a Shangai. Mostruoso, epico. E allora l'articolo dello "scriba" Gianni Clerici, tratto da "La Repubblica" di oggi, a celebrare, con un pizzico di ironia, questo straordinario fenomeno, a volte più spietato del Marchese De Sade. Non ci credete? Buona lettura, allora...


Il Masters travolgente del fenomeno del tennis di Gianni Clerici , La Repubblica 21.11.06 -

Alfine liberato, dopo la vittoria con Nadal, dalla impotentia tennistica parziale, Roger Federer ha di fatto sodomizzato il suo sventurato avversario, James Blake. Io stesso, che da guardone professionista ho assistito a moltissime altre analoghe vicende, fatico a trovarne una più vibrante e insieme imbarazzante. Nel darne conto, mi dico che, più che da un vecchio scriba, i fatti andrebbero descritti dal Divino Marchese. Di fronte al padrone del tennis, Blake è stato costretto ad attraversare gli stadi dell’incredulità, della ribellione, della frustrazione, prima di abbandonarsi a rassegnata remissività.
Aveva già incontrato il suo carnefice, Blake, un’altra volta, durante lo U.S. Open. Non solo non aveva capito chi fosse veramente Federer, ma, dopo avergli sottratto un set, aveva incautamente affermato di sperare di far meglio, alla prima occasione. Non dev’essere però stata consimile affermazione a motivare Federer. Son state le due consecutive vittorie sulla Nemesi Nadal a liberare l’istinto e la creatività di Roger: non la crudeltà, come qualcuno potrebbe credere.
Di fronte a 15000 candidi ed entusiasti cinesini, Federerissimo era lungi dall’accanirsi contro l’avversario. Si limitava a servirsene con tocchi geniali, quasi uno scultore che plasmi la creta. Il destino di questa partita, già deciso dai bookmakers con una quota di uno a sette assegnata alla futura vittima, è apparso chiarissimo sin dal primo punto, un aces esterno, che ha lasciato a tre metri Blake. Si issava a 15 pari, James, ma, dopo un’occhiata tagliente, Roger gli scagliava un secondo asso. Da quell’istante sarebbe stato possibile, secondo le opposte inclinazioni, eccitarsi per l’esibizione del dominatore, o compiangere la vittima. In assenza di Tommasi, alcuni colleghi si dilettavano anche ad annotare gli aspetti statistici della vicenda, il sei a zero, i venti punti a dieci in soli ventisei minuti impiegati. Divenivano ventiquattro, i punti, all’inizio del secondo set, poi accadeva, in una, che Federe si distraesse e insieme Blake trovasse una via per convogliare la sua ribellione.
Prendeva a colpire, l’americano, quasi fosse fuori di testa, superando di molto la sua velocità ideale, quasi lo scopo della sua presenza in campo fosse quello di controllare la resistenza delle sue corde, o addirittura di spaccare una pallina. Per lo spazio di un game, l’improvvisa follia approdava a risultati positivi, eBlake trovatsi incredibilmente uno pari, continuava a pazziare, usando la racchetta come un martello. Osava addirittura issarsi a quattro palle break, profittando anche dell’assistenza di Occhio di Falco, l’unico giudice non ipnotizzato da Roger: ma, a trafiggerlo, giungeva ogni volta un ace: esterno, al corpo, al sette, tagliato, liftato. Roba alla Joe Di Maggio buonanima. Non riusciva a trattenersi, il poveretto, dal rivolgere occhiate imploranti a Brian Barker, ma anche questi era impotente a venirgli in soccorso: non riusciva nemmeno ad accennare gli abituali gesti con i quali i coach giustificano il loro stipendio. Così, dopo una minipausa di riossigenazione, il Federer Express ripartiva, lasciando lungo il suo luminoso percorso minime tracce buie, per pura distrazione. L’annessione del secondo set spingeva l’esibizione di Federer di due minuti oltre l’ora di gioco, scoraggiando non poco gli spettatori, considerato anche il costo del biglietto: superiore, nei cosiddetti popolari, allo stipendio mensile di un operaio, ottanta dollari.
Non restava che domandarsi se la via crucis del povero Blake avrebbe superato l’ora e mezza. Accadeva, ma di pochissimo, anche per alcuni errori di un Federer che si sentiva ormai negli spogliatoi. Riusciva addirittura, il fenomeno, a smarrire sette consecutivi punti contro uno, alzava incredulo gli occhi al segnapunti luminoso, e poi scagliava l’ultimo dei suoi undici ace. Più che domo, ormai rassegnato al suo umile ruolo di spettatore, Blake era il primo ad applaudirlo. Si sorprendeva, un mio vicino, che il giocatore non solo sconfitto ma spesso ridicolizzato, trovasse il cuore per batter le mani al suo esecutore. “Questo è il tennis, amico” gli sussurravo dolcemente, nel mio miglior basic-english.


Il Roll of honour recente della Masters Cup :
2006 Roger Federer (SUI) b. James Blake (USA) 6/0 6/3 6/4
2005 David Nalbandian (ARG) b. Roger Federer (SUI) 6/7(4) 6/7(11) 6/2 6/1 7/6(3)
2004 Roger Federer (SUI) b. Lleyton Hewitt (AUS) 6/3 6/2
2003 Roger Federer (SUI) b. Andre Agassi (USA) 6/3 6/0 6/4
2002 Lleyton Hewitt (AUS) b. Juan Carlos Ferrero (ESP) 7/5 7/5 2/6 2/6 6/4
2001 Lleyton Hewitt (AUS) b. Sebastien Grosjean (FRA) 6/3 6/3 6/4
2000 Gustavo Kuerten (BRA) b. Andre Agassi (USA) 6/4 6/4 6/4
1999 Pete Sampras (USA) b. Andre Agassi (USA) 6/1 7/5 6/4
1998 Alex Corretja (ESP) b. Carlos Moya (ESP) 3/6 3/6 7/5 6/3 7/5
1997 Pete Sampras (USA) b. Yevgeny Kafelnikov (RUS) 6/3 6/2 6/2
1996 Pete Sampras (USA) b. Boris Becker (GER) 3/6 7/6(5) 7/6(4) 6/7(11) 6/4
1995 Boris Becker (GER) b. Michael Chang (USA) 7/6(3) 6/0 7/6(5)
1994 Pete Sampras (USA) b. Boris Becker (GER) 4/6 6/3 7/5 6/4
1993 Michael Stich (GER) b. Pete Sampras (USA) 7/6(3) 2/6 7/6(7) 6/2
1992 Boris Becker (GER) b. Jim Courier (USA) 6/4 6/3 7/5
1991 Pete Sampras (USA) b. Jim Courier (USA) 3/6 7/6(5) 6/3 6/4
1989 Stefan Edberg (SWE) b. Boris Becker (GER) 4/6 7/6 6/3 6/1
1988 Boris Becker (GER) b. Ivan Lendl (USA) 5/7 7/6 3/6 6/2 7/6
1987 Ivan Lendl (USA) b. Mats Wilander (SWE) 6/2 6/2 6/3
1986 Ivan Lendl (USA) b. Boris Becker (GER) 6/4 6/4 6/4
1985 Ivan Lendl (USA) b. Boris Becker (GER) 6/2 7/6 6/3
1984 John McEnroe (USA) b. Ivan Lendl (USA) 7/5 6/0 6/4
1983 John McEnroe (USA) b. Ivan Lendl (USA) 6/3 6/4 6/4
1982 Ivan Lendl (USA) b. John McEnroe (USA) 6/4 6/4 6/2
1981 Ivan Lendl (USA) b. Vitas Gerulaitis (USA) 6/7 2/6 7/6 6/2 6/4
1980 Bjorn Borg (SWE) b. Ivan Lendl (USA) 6/4 6/2 6/2
1979 Bjorn Borg (SWE) b. Vitas Gerulaitis (USA) 6/2 6/2
1978 John McEnroe (USA) b. Arthur Ashe (USA) 6/7 6/3 7/5
1977 Jimmy Connors (USA) b. Bjorn Borg (SWE) 6/4 1/6 6/4
1976 Manuel Orantes (ESP) b. Wojtek Fibak (POL) 5/7 6/2 0/6 7/6 6/1
1975 Ilie Nastase (ROM) b. Bjorn Borg (SWE) 6/2 6/2 6/1
1974 Guilllermo Vilas (ARG) b. Ilie Nastase (ROM) 7/6 6/2 3/6 3/6 6/4
1973 Ilie Nastase (ROM) b. Tom Okker (NED) 6/3 7/5 4/6 6/3
1972 Ilie Nastase (ROM) b. Stan Smith (USA) 6/3 6/2 3/6 2/6 6/3

venerdì, novembre 17, 2006

16-11-06 Pallavolo, Mondiali 2006 - Giappone. Gianni e il Novembre Russo.

Missione Ottobre Rosso, o meglio, "Novembre Russo" compiuta. L'armata rossa, dopo aver letteralmente spazzato via i nostri sogni di riconferma mondiale in semifinale, completa l'opera domando in una bellissima ed emozionante finale la pallavolo "bailada" delle brasiliane di Ze Roberto e sale meritatamente sul tetto del mondo per la prima volta da quando non c'è più U.R.S.S. stampato sulle loro magliette! E' la vittoria di Giovanni Caprara. Mi spiace tantissimo per le "mie" brasiliane che nel primo set hanno comunque mostrato il più bel volley giocato dell'intero mondiale nipponico ma sono contento per l'allenatore di Bergamo. Se lo stra-merita questo alloro mondiale perchè ha rivoltato questa squadra come un calzino. Ha trasmesso a tutte le sue ragazze fiducia nelle loro capacità, voglia di lottare (mai visto difendere così le russe) e alla fine ha inserito tutti i pezzi giusti (Kilic e Godina) al posto giusto tirandone fuori un ottimo mosaico degno del titolo di Campione del Mondo. E' una squadra con delle innegabili lacune tecniche (il libero Kryuchkova, per esempio, non è certamente il meglio "su piazza") ma anche con dei punti di forza notevoli. Una su tutte la n.5, Ljuba Kilic Sokolova la migliore (insieme alla bella carioca Jaqueline) giocatrice della finalissima di ieri. Lady Sokolova ha amalgamato tutte le altre spilungone che aveva intorno esaltandone i pregi e nascondendone i difetti. Attorno a lei è definitivamente esplosa la centrale Merkulova e le stangone Godina e Gamova sono tornate stellari come ai tempi migliori. Clamorosa l'incontenibile gioia e le lacrime della "gru" Ekaterina a fine match: saltellava felice come una ragazzina. E' l'immagine più bella della finale. Bravissima la stella della Dinamo Mosca, non solo perchè dall'alto del suo 2 e 04 ha schiacciato "il mondo" come al solito ma perchè ha saputo reagire, come tutte le compagne, ad un primo set a dire poco opaco, che non faceva presagire nulla di buono... e invece. Invece, complimenti alla Russia e al suo allenatore. Fa sempre piacere vedere un piccolo pezzo d'Italia pallavolistica vincente. Del pezzo "più grosso" , medaglia di legno dopo lo 0-3 incassato nella finalina per il bronzo dalle Serbe, preferisco non parlare. Illusione e poi delusione.

Il tabellino della finalissima:
Russia - Brasile 3-2 (15-25, 25-23, 25-18, 20-25, 15-13)

Russia: Borodakova 3, Bruntseva 0, Shashkova 19, Godina 13, Safronova 1, Kryuchkova (L), Gamova 28, Sheshenina 0, Merkulova 9, Kulikova 0, Akulova 4. All.: Gianni Caprara.
Brasile: Walewska 5, Mariannne 9, Carol 0, Fofao 3, Fabiana 16, Sassà 4, Jaqueline 19, Sheilla 22, Fabi (L), Renatina 3. All.: Zè Roberto.
Note - spettatori 3.820; durata set 21’, 25’, 23’, 24’, 17’, tot. 1h 50’ -
Russia: battute vincenti 4, sbagliate 10; ricezione 55%; attacco 50%, 12 errori; muro 12 punti -
Brasile: battute vincenti 10, sbagliate 9; ricezione 59%; attacco 45%, 18 errori; muro 6 punti.

L'albo d'oro:

1952 Mosca: Unione Sovietica
1956 Parigi: Unione Sovietica
1960 Rio de Janeiro: Unione Sovietica
1962 Mosca: Giappone
1967 Tokyo: Giappone
1970 Sofia: Unione Sovietica
1974 Guadalajara: Giappone
1978 Leningrado: Cuba
1982 Lima: Cina
1986 Praga: Cina
1990 Pechino: Unione Sovietica
1994 San Paolo: Cuba
1998 Tokyo: Cuba
2002 Berlino: Italia
2006 Giappone: Russia

martedì, novembre 14, 2006

14-11-06 Tennis, Sony Ericsson Championship: La maestra Ju-Ju.

La maestrà è lei, la piccola "puffetta" (vista l'improponibile maglia azzurra con la quale si è schierata nell'arena di Madrid n.d.r.) Ju-Ju. Il Wta Championship, o Masters che dir si voglia, ha emesso i suoi verdetti finali e per una volta, a dispetto di una formula (quella a gironi eliminatori che l'Atp vorrebbe rendere la "regola" già dal 2007) discutibile, sono assolutamente condivisibili: numero uno del mondo e delle classifiche Justine Henin, ad un'incollatura la regina di Wimbledon Amelie Mauresmo, gradino basso (anche se il ranking la vorrebbe d'argento) del podio per la bella siberiana Maria Sharapova, solo medaglia di legno ad una Kim Clijsters in netta ripresa dopo il lungo infortunio al polso patito quest'estate. Ecco l'articolo del grandissimo Rino Tommasi che sulla Gazzetta dello Sport celebra la campionessa belga e la sua meritata vittoria all'atto conclusivo della stagione femminile di tennis:

"Il Masters alla Henin. E' la regina dell'anno" di Rino Tommasi, La Gazzetta dello Sport 13.11.2006

Il successo di Justine Henin che è diventata la prima giocatrice del mondo alla fine di una stagione nella quale era stata finalista in tutte e 4 le prove dello slam, è anche un bel manifesto per il tennis. Il successo della ragazza belga dimostra che non è necessario avere i muscoli della Mauresmo o i centimetri della Sharapova per imporsi in una disciplina in cui contano anche la tecnica (quella della Henin è la migliore tra i tennisti, uomini compresi, in attività), la solidità nervosa e la saggezza tattica.
Conferma anche, la vittoria di Justine, una vecchia regola resa possibile dall’imperfetta formula del Masters per cui due giocatori possono trovarsi di fronte due volte nella stessa competizione. Così, come è successo spesso, chi ha vinto la prima partita ha perso la seconda. Infatti la Mauresmo aveva battuto la Henin nell’ultimo incontro del girone eliminatorio: la Henin però era già sicura della qualificazione, la Mauresmo aveva bisogno di vincere. Il verdetto della finale è stato piuttosto netto. La Henin è andata avanti già 4-2 nel primo set. Vinto il primo per 6/4, la Henin è andata avanti di un break all’inizio del secondo, lo ha restituito ma dal 3 pari è arrivata al traguardo con grande sicurezza. La Henin, che ha 24 anni, in carriera ha conquistato cinque titoli del Grande Slam (l’ultimo quest’anno al Roland Garros), era già stata numero uno per 45 settimane nel 2003 poi nel 2004, dopo aver iniziato la stagione vincendo l’Australian Open, è stata bloccata da un infortunio e da altri problemi concludendo l’anno al numero 8. La rinascita è iniziata l’anno scorso con la vittoria a Parigi ripetuta quest’anno quando ha aggiunto alla qualità la continuità.

Nulla da aggiungere se non uno dei suoi “Allez” con cui la belga si carica in campo. Allez Ju-Ju.

I 28 (29 con le Olimpiadi) Tornei di singolo vinti dalla Belga:

1.1999 Anversa, Belgio Terra Sarah Pitkowski (Francia) 6-2 6-1
2.2001 Goald Coast, Australia cemento Silvia Farina Elia (Italia) 7-6 6-4
3.2001 Canberra, Australia cemento Sandrine Testud (Francia) 6-2 6-2
4.2001 'S-Hertongenbosch, Paesi Bassi erba Kim Clijsters (Belgio) 6-4 3-6 6-3
5.2002 Berlino, Germania terra Serena Williams (Usa) 6-2 1-6 7-6
6.2002 Linz, Austria sintetico Alexandra Stevenson (USA) 6-3 6-0
7.2003 Dubai, Emirati Arabi cemento Monica Seles (USA) 4-6 7-6 7-5
8.2003 Charleston, Usa terra Serena Williams (Usa) 6-3 6-4
9.2003 Berlino, Germania terra Kim Clijsters (Belgio) 6-4 4-6 7-5
10.2003 Roland Garros, Francia terra Kim Clijsters (Belgio) 6-0 6-4
11.2003 San Diego, Usa cemento Kim Clijsters (Belgio) 3-6 6-2 6-3
12.2003 Toronto, Canada cemento Lina Krasnoroutskaya (Russia) 6-1 6-0
13.2003 Us Open, Usa cemento Kim Clijsters (Belgio) 7-5 6-1
14.2003 Zurigo, Svizzera cemento Jelena Dokic (Serbia) 6-0 6-4
15.2004 Sidney, Australia cemento Amelie Mauresmo (Francia) 6-4 6-4
16.2004 Australian Open, Australia cemento Kim Clijsters (Belgio) 6-3 4-6 6-3
17.2004 Dubai, Emirati Arabi Uniti cemento Svetlana Kuznetsova (Russia) 7-6 6-3
18.2004 Indian Wells, Usa cemento Lindsay Davenport (USA) 6-1 6-4
N/A.2004 Giochi Olimpici, Grecia cemento Amelie Mauresmo (Francia) 6-3 6-3
19.2005 Charleston, Usa terra Elena Dementieva (Russia) 7-5 6-4
20.2005 Varsavia, Polonia terra Svetlana Kuznetsova (Russia) 3-6 6-2 7-5
21.2005 Berlino, Germania terra Nadia Petrova (Russia) 6-4 4-6 6-2
22.2005 Roland Garros, Francia terra Mary Pierce (Francia) 6-1 6-1
23.2006 Sidney, Australia cemento Francesca Schiavone (Italia) 4-6 7-5 7-5
24.2006 Dubai, Emirati Arabi Uniti sintetico Maria Sharapova (Russia) 7-5 6-2
25.2006 Roland Garros, Francia terra Svetlana Kuznetsova (Russia) 6-4 6-4
26.2006 Eastbourne, Inghilterra erba Anastasia Myskina (Russia) 4-6 6-1 7-6
27.2006 New Haven, Usa cemento Lindsay Davenport (Usa) 6-0 1-0 Rit
28.2006 Wta Championship Madrid, Spagna Sintetico Amelie Mauresmo (Francia) 6-4 6-3

lunedì, novembre 13, 2006

12-11-06 Calcio, Serie A 2006-07 11a. Giornata. Dalla Rabona ai cucchiai, antologia di una domenica spettacolare.

Dalla rabona di Aquilani al sombrero di Riganò passando per i cucchiai di Rocchi e Di Michele: cronistoria di una domenica bestiale, pardon, spettacolare. Perchè il nostro campionato di calcio, anche senza la Juventus, è probabilmente ancora il più bello del mondo. Si deve partire, e non solo per questioni di ordine alfabetico, da Alberto Aquilani. Noblesse d'oblige visto la magia sfornata in un San Siro, la Scala del Calcio, stracolmo sabato sera. Quella magia del romanista si chiama rabona, è un passo di danza e a sentire gli argentini è roba loro proprio come il tango. La Storia del Calcio indica in Diego Armando Maradona, El Pibe de Oro non un Daniel Borghi qualsiasi (che comunque a suon di rabone incantò e turlupinò anche il primo Berlusconi neo presidente rossonero n.d.r.), il suo naturale profeta. Dieguito l'ha plasmata, firmata, personalizzata e divulgata ai posteri. Da Barcellona a Napoli e poi in tutto il mondo. In Italia lo specialista della materia era l'ala destra granata Giovanni Roccotelli. Funambolo di mestiere, artista del pallone, tanto da far scrivere che "vale più un cross di Roccotelli che tutto il campionato di baket". Nessuna rabona, purtroppo, nel Torino di ieri spettatore non pagante però del mortifero cucchiaio di David Di Michele. Cucchiaio prezioso come quello d'argento bianc-azzurro di Tommaso Rocchi uno che mercoledì, non a caso, vestirà per Donadoni solo d'azzurro proprio come l'enfant prodige giallorosso. Tra la rabona e il cucchiaio c'è di mezzo il sombrero di Christian Riganò. 32 candeline non sono mai troppe per (ri)scoprirsi capocannoniere della massima serie dopo anni di gavetta da dilettante nel Lipari a 400 mila vecchie lire al mese. Ieri l'ottava meraviglia di questo campionato targato Messina, il sombrero, alla Rivaldo visto che la paternità di questa magia la "reclamano" i brasiliani: morbido e beffardo pallonetto sopra la testa di un difensore del Cagliari e poi botta secca in rete per l'effiemero 1-0. Applausi alla fibra sempreverde del signor Riganò che finalmente arrivato (tardi), dopo essere stato protagonista del ritrono della Fiorentina dalla C2 alla A, all'esordio nel massimo palcoscenico calcistico lo ha realisticamente sdoganato così, senza falsa emozione: "Sempre meglio che lavorare" . E allora buona meritata permanenza in serie A mister Riganò e 100 di queste domeniche bestiali di gran calcio a noi.

Per chi se la fosse persa la rabona di Alberto Aquilani in A.C. Milan - A.S. Roma:
Alberto Aquilani, la rabona

... e siccome "melius abundare quam deficere" l' "aurelio" di Rodrigo Taddei in Champions durante Olympiakos-Roma:
Rodrigo Taddei, l'aurelio

domenica, novembre 12, 2006

11-11-06 Calcio, Serie A 11esima Giornata - AC Milan- AS Roma=1-2 Totti suona sempre due volte.

Non c'era Ancellotti sulla panchina rossonera in quel lontano Milan-Roma del 23-3-1986. Eppure il "Carletto" (come lo chiama il presidente del Milan, di oggi come di allora, Silvio Berlusconi) c'era eccome in quella storica domenica di vent'anni fa a San Siro ma, scherzi del destino, era in campo con la maglia giallorossa e fu uno dei primi ad accorrere ad abbracciare Roberto Pruzzo dopo la sua zuccata vincente. Sono passati 4 lustri, non ci sono più "Svengo" Eriksson e il "barone" Liedholm sulle rispettive panchine ma Carletto Ancellotti c'è ancora ed è ancora, scherzi del destino dicevamo, testimone del "sacco della Milano rossonera" da parte dei legionari romanisti, oggi guidati dalle sapienti strategie del generale Spalletti e dal suo leader indiscusso sul campo Francesco Totti. L'ex "pupone" decisivo goleador di volèe e poi di testa come Roberto Pruzzo vent'anni fa. E' proprio vero, a volte ritornano... gli scherzi del destino. Pagellone, senza scherzi :
Doni: voto 7 La traversa gli è amica per ben due volte ma lui blocca e/o respinge tutto il resto. Ventosa.
Panucci: voto 6+ Jankulowski lo mette alla corda nel primo tempo ma lui restituisce la pariglia nella ripresa. Diesel.
Mexes: voto 7 Un paio di interventi rischia tutto si Kakà da cineteca del difensore perfetto. Gigante.
Cassetti: s.v. Entra per tamponare l'arrembaggio finale rossonero. Missione compiuta.
Chivu: voto 6+ Per una volta cede lo scettro del più bravo al compagno di reparto francese. Spalla di lusso.
Tonetto: voto 6.5 Mostruosa la diagonale difensiva con chiusura in tackle su Oliveira lanciato a rete appena 5 minuti dopo il vantaggio di Totti. Spaccata.
Pizarro: voto 5.5 L'aria di Milano ne inibisce l'estro e ne rallenta la regia. Transfert negativo.
De Rossi: voto 6 Mai domo nella battaglia in mezzo al campo difetta di precisione sotto porta. Sprecone.
Perrotta: voto 5.5 L'influenza ne placa i bollenti spiriti guerrieri. Raffre"dd"ado.
Taddei: voto 6 Gara di sacrificio e contenimento sull'intasato binario destro. Duttile.
Mancini: voto 6- L'assist del 2-1 rivaluta una prova nervosa e sottotono. Opaco.
Aquilani: voto 7 La rabona nell'azione vittoria vale da sola il prezzo del biglietto. Enfant prodige.
Totti: voto 7.5 Il pupone era stato avvistato con "pupa & pupino" ieri in visita segretissima a Milanello... e invece, non pago, ha bussato due volte anche a San Siro. Ospite (s)cortese
Dida: voto 6.5 Salva il salvabile nonostante colpo della strega. Incerottato.
Simic: voto 6 Si tuffa in attacco per farsi perdonare la disattenta chiusura su Totti nell'azione dello 0-1. Cingolato.
Maldini: voto 5.5 Il tempo è poco galantuomo con questo grandissimo campione. Affannato.
Nesta: voto 5.5 A.A.A. cercasi disperatamente vero Nesta. Scomparso.
Jankulowski: voto 6 Spinge parecchio chiude a sufficienza. Nel limbo.
Pirlo: voto 5 C'era una volta il metronomo piu' forte del mondo...
Brocchi: voto 6/7 Sostituire Ringhio lo esalta e lui trova pure l'eurogoal dell'illusorio pareggio. Invasato.
Seedorf: voto 5/6 Offende ma non difende. Sanguinolenta la palla persa su Tonetto che costa il match al Milan. Scippato.
Kakà: voto 6 Il solito treno accelerato che viaggia nel deserto dell'attacco rossonero. Capolinea.
Oliveira: voto 5/6 Magari passarla qualche volta sarebbe pure utile. Egoiste.
Gilardino: voto 5 Ripiomba nell'anonimato. Lost.
Inzaghi: voto 5.5 Lo si nota solo perchè impreca tutto e tutti. Alta tensione.

martedì, novembre 07, 2006

7-11-06 Basket, Earvin Johnson: 15 anni dopo è ancora Magic.

Earvin Magic Johnson, quindici anni dopo, è ancora Magic anche senza quel pallone Spalding tra le mani fatate. E Magic è anche il suo modo di insegnarci a "stare in campo" nella vita. L'articolo di Marco Pastonesi a pagina 25 di Sportweek di questa settimana:
Un giorno, è il 7 novembre 1991, convoca una conferenza stampa. Importante, fa sapere, cercate di venire tutti. Sarà un nuovo sponsor, pensano, una nuova iniziativa. Lui è Magic Johnson e da anni ha abituato la gente, e perfino i giornalisti, a prendere il basket non solo come uno spettacolo ma come un divertimento, che non è la stessa cosa, e a innalzarlo anche ad arte. Invece no. Si capisce subito che tira un'aria diversa, e gli bastano poche parole per annunciare al mondo che lui, Magic, è affetto da H.I.V., è sieropositivo. Lo dice serio e sereno. E' sempre Magic, non sarà mai Tragic. Ma la notizia è una bomba: scoppia, deflagra, investe il pianeta. E lo cambia. Bisogna pensare a 15 anni fa, ai tabù e all'ignoranza, ai pregiudizi e alle paure, e ai limiti della scienza. Magic smette di giocare: non preoccupatevi per me, io ce la farò, preoccupatevi per voi, per i vostri figli, per questo modo di vivere e di fare l'amore. Gli danno cinque anni di vita, ma la ricerca va avanti, e va avanti anche lui, sempre più Magic: 10 anni, adesso 15, ha ricominciato a giocare, come al solito, per divertimento, e non ha mai smesso di sorridere, e di spiegare che bisogna essere prudenti. La vita non è una partita di Basket: alla prodezza, al primato, al tiro da tre all'ultimo secondo si può anche rinunciare.

Il sito ufficiale di Magic: www.magicjohnson.org

lunedì, novembre 06, 2006

5-11-06 Maratona di New York 2006 - Dean Karnazes: il Filippide del 2000.

Correre, correre lontano dai problemi, lontano da tutto e tutti. Correre per non pensare o forse per pensare a come girare pagina nella vita. Correre per stare bene punto e basta. Come Forrest Gump, fino a consumarsi le scarpe, fino a sputare l'ultima goccia di respiro che si ha in corpo. C'era anche lui ieri nella carica dei 37000 della Maratona della Grande Mela anno 2006. No, lui non è il vincitore, il brasiliano Gomes; no, lui è Dean Karnazes e forse un po' vincitore lo è anche lui. Dean Karnazes è l'erede a stelle e striscie del leggendario Filippide e ieri ha completato la sua personalissima sfida concludendo la 50esima maratona in 50 giorni, una in ogni stato dell'Unione, finendo in bellezza, ovviamente a NY. In totale, ha corso per 8 giorni 13 ore 29 minuti e 35 secondi... incredibile, ma vero. Non tutti però sanno che questo ironman 43enne di San Francisco non è sempre stato un novello Gump. L'"uomo sempre di corsa" non correva affatto un tempo, anzi. La scintilla del moto perpetuo in corsa gli si è accesa dopo una forte depressione causata dalla morte della sorella. Un giorno ha calzato le scarpe da jogging ed ha incominciato a correre il più lontano possibile da quel dolore che non lo lasciava respirare e non ha più smesso. Ha partecipato per ben otto volte alla più vecchia ultra-maratona d’America, la Western States, e poi ha percorso per ben cinque volte il deserto della morte, la famosa Bad Water di 217 km, vincendo l’edizione del 2004 con un tempo di 27h 22’ e 48”, e poi ha corso a - 48 c° alla maratona del polo sud e infine ieri ha compiuto la "folle" impresa delle 50 maratone in 50 giorni. "La vita è sempre una lotta, e mi sento vivo solamente quando devo soffrire" è il suo marchio di fabbrica. "Essere un ultramaratoneta - ha detto - per me è il saper raggiungere la parte più profonda del proprio cuore e attingere alla riserva di volontà e determinazione che si nasconde in tutti noi"... e allora non ti fermare Dean. Continua a correre verso i tuoi sogni o lontano dai tuoi problemi. Run & Good Luck guy.

Il Sito ufficiale dell' Ultramarathonman:
Ultramarathonman Official Website

L'albo d'oro della Maratona di New York da oggi al 1970:

Uomini:
2006 _ Marilson Gomes dos Santos, Bra, 2:09:58
2005 _ Paul Tergat, Ken, 2:09:30
2004 _ Hendrik Ramaala, Saf, 2:09:28
2003 _ Martin Lel, Ken, 2:10:30
2002 _ Rodgers Rop, Ken, 2:08:07
2001 _ Tesfaye Jifar, Eti, 2:07:43
2000 _ Abdelkhader El Mouaziz, Mar, 2:10:09
1999 _ Joseph Chebet, Ken, 2:09:14
1998 _ John Kagwe, Ken, 2:08:45
1997 _ John Kagwe, Ken, 2:08:12
1996 _ Giacomo Leone, Ita, 2:09:54
1995 _ German Silva, Mes, 2:11:00
1994 _ German Silva, Mes, 2:11:21
1993 _ Andres Espinosa, Mes, 2:10:04
1992 _ Willie Mtolo, Saf, 2:09:29
1991 _ Salvador Garcia, Mes, 2:09:28
1990 _ Douglas Wakihuri, Ken, 2:12:39
1989 _ Juma Ikangaa, Tan, 2:08:01
1988 _ Steve Jones, GB, 2:08:20
1987 _ Ibrahim Hussein, Ken, 2:11:01
1986 _ Gianni Poli, Ita, 2:11:06
1985 _ Orlando Pizzolato, Ita, 2:11:34
1984 _ Orlando Pizzolato, Ita, 2:14:53

1983 _ Rod Dixon, Nzl, 2:08:59
1982 _ Alberto Salazar, Usa, 2:09:29
1981 _ Alberto Salazar, Usa, 2:08:13
1980 _ Alberto Salazar, Usa, 2:09:41
1979 _ Bill Rodgers, Usa, 2:11:42
1978 _ Bill Rodgers, Usa, 2:12:11
1977 _ Bill Rodgers, Usa, 2:11:28
1976 _ Bill Rodgers, Usa, 2:10:09
1975 _ Tom Fleming, Usa, 2:19:27
1974 _ Norb Sander, Usa, 2:26:30
1973 _ Tom Fleming, Usa, 2:21:54
1972 _ Sheldon Karlin, Usa, 2:57:52
1971 _ Norm Higgins, Usa, 2:22:54
1970 _ Gary Muhrcke, Usa, 2:31:38

Donne:
2006 _ Jelena Prokopcuka, Let, 2:25:05
2005 _ Jelena Prokopcuka, Let, 2:24:41
2004 _ Paula Radcliffe, GB, 2:23:10
2003 _ Margaret Okayo, Ken, 2:22:31
2002 _ Joyce Chepchumba, Ken, 2:25:56
2001 _ Margaret Okayo, Ken, 2:24:21
2000 _ Ludmila Petrova, Rus, 2:25:45
1999 _ Adriana Fernandez, Mes, 2:25:06
1998 _ Franca Fiacconi, Ita, 2:25:17
1997 _ Franziska Rochat-Moser, Svi, 2:28:43
1996 _ Anuta Catuna, Rom, 2:28.18
1995 _ Tegla Loroupe, Ken, 2:28:06
1994 _ Tegla Loroupe, Ken, 2:27:37
1993 _ Uta Pippig, Ger, 2:26:24
1992 _ Lisa Ondiecki, Aus, 2:24:40
1991 _ Liz McColgan, GB, 2:27:23
1990 _ Wanda Panfil, Pol, 2:30:45
1989 _ Ingrid Kristiansen, Nor, 2:25:30
1988 _ Grete Waitz, Nor, 2:28:07
1987 _ Priscilla Welch, GB, 2:30:17
1986 _ Grete Waitz, Nor, 2:28:06
1985 _ Grete Waitz, Nor, 2:28:34
1984 _ Grete Waitz, Nor, 2:29:30
1983 _ Grete Waitz, Nor, 2:27:00
1982 _ Grete Waitz, Nor, 2:27:14
1981 _ Allison Roe, Nzl, 2:25:29
1980 _ Grete Waitz, Nor, 2:25:41
1979 _ Grete Waitz, Nor, 2:27:33
1978 _ Grete Waitz, Nor, 2:32:30
1977 _ Miki Gorman, Gia, 2:43:10
1976 _ Miki Gorman, Gia, 2:39:11
1975 _ Kim Merritt, Usa, 2:46:14
1974 _ Kathrine Switzer, Usa, 3:07:29
1973 _ Nina Kuscik, Usa, 2:57:07
1972 _ Nina Kuscik, Usa, 3:18:41
1971 _ Beth Bonner, Usa, 2:55:22
1970 _ Nessuna vincitrice

sabato, novembre 04, 2006

2-11-06 Calcio, Coppa U.E.F.A. Partizan Belgrado-Livorno. Marco Amelia come Benji Price.


In principio fu Benji Price (alias Genzo Wakabaiashi per l' "Elenco telefonico dei portieri immaginari" n.d.r.) che in una finalissima al cardiopalma del campionato nazionale giovanile giapponese tra la New Team e la Muppet decise di rompere quel vecchio schema che vuole il portiere prigioniero della sua area di rigore: il portierone dalla divisa color "Anas", emulo del futuro miglior George Weah, riuscì nella Fuga per la Vittoria facendosi tutto il campo palla al piede per poi infilare con un perentoreo destro l'attonito avversario Ed Warner. La storia più reale dei numeri uno non è, ahinoi, altrettanto ricca di tali prodezze. Pochi ma buoni nel club dei goalkeeper goleador. Il fondatore, secondo alcune correnti di pensiero dominanti, sarebbe Lucidio Sentimenti, estremo difensore di Torino e Lazio con l'hobby del rigore. Il più celebre è, senza dubbio, il paraguayano Chilavert che vanta un tabellino di tutto rispetto di 62 goal di cui ben due su azione. Il più bravo è il brasiliano Rogerio Ceni, paulista, che il 20 agosto scorso con storica doppietta ha portato il suo bottino di caccia a 64 goal tra rigori e punizioni: un cecchino del calcio da fermo. In Germania, la lieta novella calcistica racconta di Hans Jorg Butt e di Jans Lehmann, vecchia e mai rimpianta conoscenza della San Siro rossonera. E l'Italia? Terra di pittori, poeti e... portieri attaccanti ovviamente. Memorabili i colpi di testa di Michelangelo Rampulla in un Cremonese-Atalanta del '92 e di Massimo Taibi che lo imito' nel 2001 con la Reggina contro l'Udinese. L'ultima tessera di questo club esclusivissimo, che vanta anche soci meno celebri ma altrettanto bravi come Emanuele Manitta che fece centro in C2 col Messina e Attilio Gregori che nella stessa categoria fece altrettanto per ben due volte per la sua Lodigiani, è stata rilasciata giovedì sera al nazionale Marco Amelia. Già, proprio il portierone del Livorno che con la forza della disperazione al 93esimo minuto è salito, disubbediendo ai compagni che lo volevano immobile palo tra i pali, fino all'area avversaria per inzuccare di prepotenza il pallone dell'uno pari tra Partizan Belgrado e Livorno. Primato non da poco per l'ultimo arrivato visto che un goal nelle Coppe Europee per un portiere italiano è una rarità. Marco Amelia, professione portiere goleador, tessere valida per la Comunità Europea e scusate se è poco.

mercoledì, novembre 01, 2006

30-10-06 Moto GP, Gran Prix Valencia 2006. Troy Bayliss, la stoffa del campione senza tempo.


"Veni, vidi, vici" firmato Troy Bayliss, il campione senza tempo della Ducati. L'era delle MotoGP da 990cc si era aperta col podio di Loris Capirossi a Suzuka nel 2003 (proprio al debutto della Desmosedici n.d.r.) e, alla faccia dei corsi e ricorsi di storica memoria, si è conclusa domenica davanti ai favolosi 129.000 tifosi di Valencia con la brillante doppietta Ducati: Troy Bayliss vincitore e Loris Capirossi grande secondo. Si, avete letto bene: Mr. Troy Bayliss, proprio lui. Il campione del mondo dells Superbike 2006 ha coronato una stagione assolutamente indimenticabile colla ciliegina sulla torta di una meastosa gara in "prima classe": 30 giri al comando, senza rivali, tutti in riga dietro la rossa n.12, dal compagno-amico Capirex fino al neo-campione del Mondo Hayden passando per Valentino Rossi, Pedrosa e Melandri. Alla faccia di quando sentiamo "il telaio nuovo non mi piace... e ma il chattering... e poi le gomme... e il compagno di scuderia che mi ostacola...le sospensioni che non sospensionano... il sabato la moto mi divertiva... ma la domenica non è più lei... ", zero scuse, zero preparazione, solo gas a manetta e tanta polvere negli occhi a chi inseguiva i suoi tubi di scarico. Geroge Bernard Show diceva che "Non si smette di giocare perchè si invecchia ma che si invecchia perchè si smette di giocare" e Troy, a 38 anni suonati, ne è la prova vivente. Conoscendolo, non abboccherà alle false sirene della MotoGP. E' stato il suo favoloso canto del cigno nella classe regina e noi gli siamo grati ancora di più. Grazie per averci fatto sognare "giocando" ancora una volta per noi. Della caduta di Valentinik e del mondiale s-fumato e finito al Kentucky Kid non riesco ancora a parlare. Sorry, troppa delusione.
L'intervista a Troy Bayliss a fine gara:
"E' stato un weekend particolare, con lieto fine! Ho avuto una stagione incredibile: ho vinto il Titolo Mondiale Superbike e, appena incominciavo a rilassarmi, è arrivato l'invito della Ducati per partecipare a quest'ultima gara MotoGP, che ovviamente non mi sono sognato di rifiutare! Ho portato al debutto la Desmosedici qui a Valencia a fine 2002, poi ci ho corso nel 2003 e nel 2004 e correre in sella all'erede della moto che ho visto nascere in occasione della sua ultima uscita, beh, era un'occasione che non potevo proprio lasciarmi scappare. Ho portato con me Ernesto Marinelli, Paolo Ciabatti e Davide Tardozzi e, insieme alla mia vecchia squadra che ho ritrovato qui, abbiamo costruito questa gara pian piano durante il weekend. Voglio ringraziare tutti quanti hanno reso possibile la mia partecipazione a questo grande evento ma aggiungo che è stata anche l'ultima mia apparizione in MotoGP: sto benissimo dove sono e credo sia meglio lasciare spazio ai giovani. Certo però che vincere qui è stato davvero incredibile: a quanto pare sono ancora piuttosto veloce!".

domenica, ottobre 29, 2006

27-10-06 Calcio, Alex Del Piero: 200 pennellate d'autore.

"Solo Juve" recitava ieri all'Olimpico la maglietta celebrativa indossata da Del Piero per festeggiare il goal numero 200 con la "Vecchia Signora". "Solo Juve" perchè Alex Del Piero è bianconero fino al midollo. E' un'idea a strisce bianconere. Da San Vendemiano alla corte della famiglia Agnelli solo andata. Lui e la Juve e nessun'altro. Sempre con lei, nella buona e nella cattiva sorte. Comunione dei beni: dalle gioie per le numerose Coppe e Campionati vinti fino ai dolori per gli infortuni e le cocenti sconfitte. Sempre a braccetto dal tetto del mondo dell'Intercontinentale (1-0 sul River con goal manco a dirlo di Del Piero n.d.r.) fino alla recentissima retrocessione a tavolino. Sempre lì, dal lontano 1993, stessa maglia, stesso campione. Bandiera come altri campioni senza tempo. Lui, Gigi Riva, Baresi e pochi altri. Stile Juve, lui sì, sempre e comunque. Ecco perchè poco importa che il destino abbia scelto la Serie B come poligono e il modesto Frosinone come bersaglio per la gioia numero 200, ne restano altri 199, equamente distribuiti dal Real al Milan passando per Inter e Manchester United, a rendere leggendaria la carriera del numero 10 bianconero. Il giornalista de "La Stampa" Roberto Beccantini vede, anagrafe alla mano (saranno 32 anni tra pochi giorni per "Pinturicchio"), nero e propone di trasformarlo nell'Altafini del 2000 con minutaggio ridotto; lui ottimista (come sempre) punta tutto sul bianco e ribatte orgoglioso che "...ora non mi farò certo da parte"; qualunque sia il destino di Del Piero, lui sarà sempre li' stampato nella leggenda pesante di una galleria di 200 e più pennellate d'autore. Chapeau.

I 200 timbri del campionissimo Juventino:
1 19.9.1993 serie A JUVENTUS-REGGIANA 4-0
2 13.3.1994 serie A GENOA-JUVENTUS 1-1
3 20.3.1994 serie A JUVENTUS-PARMA 4-0
4 20.3.1994 serie A JUVENTUS-PARMA 4-0
5 20.3.1994 serie A JUVENTUS-PARMA 4-0
6 18.9.1994 serie A NAPOLI-JUVENTUS 0-2
7 21.9.1994 Coppa Italia CHIEVO-JUVENTUS 1-3
8 20.11.1994 serie A JUVENTUS-REGGIANA 3-1
9 4.12.1994 serie A JUVENTUS-FIORENTINA 3-2
10 11.12.1994 serie A LAZIO-JUVENTUS 3-4
11 11.12.1994 serie A LAZIO-JUVENTUS 3-4
12 29.1.1995 serie A JUVENTUS-BRESCIA 2-1
13 12.2.1995 serie A BARI-JUVENTUS 0-2 rig.
14 14.3.1995 Coppa Uefa JUVE-EINTRACHT FRANC. 3-0
15 4.6.1995 serie A JUVENTUS-CAGLIARI 3-1
16 30.8.1995 Coppa Italia AVELLINO-JUVENTUS 1-4
17 13.9.1995 Champions L. BORUSSIA DOR.-JUVE 1-3
18 27.9.1995 Champions L. JUVENTUS-STEAUA 3-0
19 15.10.1995 serie A MILAN-JUVENTUS 2-1
20 18.10.1995 Champions L. JUVENTUS-RANGERS G. 4-1
21 22.10.1995 serie A JUVENTUS-PADOVA 3-1
22 1.11.1995 Champions L. RANGERS G.-JUVENTUS 0-4
23 19.11.1995 serie A JUVENTUS-FIORENTINA 1-0
24 22.11.1995 Champions L. JUVE-BORUSSIA DOR. 1-2
25 11.2.1996 serie A JUVENTUS-CAGLIARI 4-1
26 2.3.1996 serie A PADOVA-JUVENTUS 0-5
27 2.3.1996 serie A PADOVA-JUVENTUS 0-5
28 20.3.1996 Champions L. JUVENTUS-REAL MADRID 2-0
29 22.9.1996 serie A PERUGIA-JUVENTUS 1-2
30 30.10.1996 Champions L. JUVENTUS-RAPID VIENNA 5-0
31 30.10.1996 Champions L. JUVENTUS-RAPID VIENNA 5-0
32 20.11.1996 Champions L. MANCHESTER U.-JUVENTUS 0-1 rig.
33 26.11.1996 C. Intercont. JUVENTUS-RIVER PLATE 1-0
34 11.12.1996 serie A UDINESE-JUVENTUS 1-4 rig.
35 11.12.1996 serie A UDINESE-JUVENTUS 1-4 rig.
36 15.12.1996 serie A JUVENTUS-VERONA 3-2 rig.
37 15.12.1996 serie A JUVENTUS-VERONA 3-2
38 5.2.1997 Sup. Europea JUVENTUS-PARIS S.G. 3-1
39 5.2.1997 Sup. Europea JUVENTUS-PARIS S.G. 3-1
40 16.2.1997 serie A JUVENTUS-PERUGIA 2-1
41 16.2.1997 serie A JUVENTUS-PERUGIA 2-1 rig.
42 23.2.1997 serie A FIORENTINA-JUVENTUS 1-1
43 28.5.1997 Champions L. BORUSSIA DOR.-JUVE 3-1
44 17.9.1997 Champions L. JUVENTUS-FEYENOORD 5-1
45 17.9.1997 Champions L. JUVENTUS-FEYENOORD 5-1 rig.
46 21.9.1997 serie A JUVENTUS-BRESCIA 4-0
47 1.10.1997 Champions L. MANCHESTER U.-JUVENTUS 3-2
48 5.10.1997 serie A JUVENTUS-FIORENTINA 2-1
49 15.10.1997 Coppa Italia JUVENTUS-LECCE 2-0
50 19.10.1997 serie A BARI-JUVENTUS 0-5
51 22.10.1997 Champions L. KOSICE-JUVENTUS 0-1
52 1.11.1997 serie A JUVENTUS-UDINESE 4-1 rig.
53 5.11.1997 Champions L. JUVENTUS-KOSICE 3-2
54 23.11.1997 serie A JUVENTUS-PARMA 2-2
55 6.12.1997 serie A JUVENTUS-LAZIO 2-1
56 6.12.1997 serie A JUVENTUS-LAZIO 2-1 rig.
57 21.12.1997 serie A JUVENTUS-EMPOLI 5-2
58 21.12.1997 serie A JUVENTUS-EMPOLI 5-2
59 21.12.1997 serie A JUVENTUS-EMPOLI 5-2
60 11.1.1998 serie A JUVENTUS-VICENZA 2-0 rig.
61 18.1.1998 serie A BOLOGNA-JUVENTUS 1-3
62 1.2.1998 serie A LECCE-JUVENTUS 0-2
63 8.2.1998 serie A JUVENTUS-ROMA 3-1
64 15.2.1998 serie A JUVENTUS-SAMPDORIA 3-0
65 8.3.1998 serie A UDINESE-JUVENTUS 1-1
66 14.3.1998 serie A JUVENTUS-NAPOLI 2-2
67 18.3.1998 Champions L. DINAMO KIEV-JUVENTUS 1-4
68 28.3.1998 serie A JUVENTUS-MILAN 4-1 rig.
69 28.3.1998 serie A JUVENTUS-MILAN 4-1
70 1.4.1998 Champions L. JUVENTUS-MONACO 4-1
71 1.4.1998 Champions L. JUVENTUS-MONACO 4-1 rig.
72 1.4.1998 Champions L. JUVENTUS-MONACO 4-1 rig.
73 11.4.1998 serie A JUVENTUS-PIACENZA 2-0
74 15.4.1998 Champions L. MONACO-JUVENTUS 3-2
75 26.4.1998 serie A JUVENTUS-INTER 1-0
76 29.8.1998 Superc. Lega JUVENTUS-LAZIO 1-2 rig.
77 18.10.1998 serie A VICENZA-JUVENTUS 1-1
78 25.10.1998 serie A JUVENTUS-INTER 1-0
79 4.8.1999 T. Intetoto JUVENTUS-ROSTSELMASH 5-1
80 16.9.1999 Coppa Uefa OMONIA-JUVENTUS 2-5
81 19.9.1999 serie A JUVENTUS-UDINESE 4-1 rig.
82 31.10.1999 serie A JUVENTUS-PIACENZA 1-0 rig.
83 9.1.2000 serie A PARMA-JUVENTUS 1-1 rig.
84 16.1.2000 serie A JUVENTUS-PERUGIA 3-0 rig.
85 26.1.2000 Coppa Italia LAZIO-JUVENTUS 2-1
86 20.2.2000 serie A VENEZIA-JUVENTUS 0-4 rig.
87 5.3.2000 serie A JUVENTUS-BARI 2-0 rig.
88 19.3.2000 serie A JUVENTUS-TORINO 3-2 rig.
89 22.4.2000 serie A JUVENTUS-FIORENTINA 1-0 rig.
90 7.5.2000 serie A JUVENTUS-PARMA 1-0
91 30.9.2000 serie A NAPOLI-JUVENTUS 1-2
92 1.11.2000 serie A JUVENTUS-UDINESE 1-2 rig.
93 11.2.2001 serie A JUVENTUS-NAPOLI 3-0
94 18.2.2001 serie A BARI-JUVENTUS 0-1
95 18.3.2001 serie A LAZIO-JUVENTUS 4-1
96 8.4.2001 serie A VERONA-JUVENTUS 0-1 rig.
97 14.4.2001 serie A JUVENTUS-INTER 3-1
98 6.5.2001 serie A JUVENTUS-ROMA 2-2
99 10.6.2001 serie A VICENZA-JUVENTUS 0-3
100 26.8.2001 serie A JUVENTUS-VENEZIA 4-0
101 26.8.2001 serie A JUVENTUS-VENEZIA 4-0
102 9.9.2001 serie A ATALANTA-JUVENTUS 0-2
103 25.9.2001 Champions L. ROSENBORG-JUVENTUS 1-1
104 14.10.2001 serie A JUVENTUS-TORINO 3-3
105 14.10.2001 serie A JUVENTUS-TORINO 3-3
106 23.10.2001 Champions L. JUVENTUS-PORTO 3-1
107 31.10.2001 Champions L. CELTIC-JUVENTUS 4-3
108 18.11.2001 serie A JUVENTUS-PARMA 3-1
109 29.11.2001 Champions L. JUVENTUS-BAYER LEVER. 4-0
110 9.12.2001 serie A MILAN-JUVENTUS 1-1 rig.
111 23.12.2001 serie A BRESCIA-JUVENTUS 0-4
112 23.1.2002 Coppa Italia MILAN-JUVENTUS 1-2
113 27.1.2002 serie A CHIEVO-JUVENTUS 1-3 rig.
114 3.2.2002 serie A JUVENTUS-LECCE 3-0 rig.
115 16.2.2002 serie A JUVENTUS-FIORENTINA 2-1
116 7.4.2002 serie A PERUGIA-JUVENTUS 0-4 rig.
117 7.4.2002 serie A PERUGIA-JUVENTUS 0-4
118 28.4.2002 serie A JUVENTUS-BRESCIA 5-0
119 28.4.2002 serie A JUVENTUS-BRESCIA 5-0
120 5.5.2002 serie A UDINESE-JUVENTUS 0-2
121 25.8.2002 Superc. Lega JUVENTUS-PARMA 2-1
122 25.8.2002 Superc. Lega JUVENTUS-PARMA 2-1
123 15.9.2002 serie A JUVENTUS-ATALANTA 3-0 rig.
124 15.9.2002 serie A JUVENTUS-ATALANTA 3-0
125 21.9.2002 serie A EMPOLI-JUVENTUS 0-2 rig.
126 21.9.2002 serie A EMPOLI-JUVENTUS 0-2
127 24.9.2002 Champions L. JUVENTUS-DINAMO KIEV 5-0
128 28.9.2002 serie A JUVENTUS-PARMA 2-2
129 1.10.2002 Champions L. JUVENTUS-NEWCASTLE 2-0
130 1.10.2002 Champions L. JUVENTUS-NEWCASTLE 2-0
131 19.10.2002 serie A INTER-JUVENTUS 1-1 rig.
132 3.11.2002 serie A MODENA-JUVENTUS 0-1
133 17.11.2002 serie A TORINO-JUVENTUS 0-4
134 1.12.2002 serie A ROMA-JUVENTUS 2-2
135 11.12.2002 Champions L. JUVENTUS-BASILEA 4-0 rig.
136 12.1.2003 serie A JUVENTUS-REGGINA 5-0 rig.
137 19.1.2003 serie A CHIEVO-JUVENTUS 1-4 rig.
138 26.1.2003 serie JUVENTUS-PIACENZA 2-0
139 19.4.2003 serie A JUVENTUS-ROMA 2-1 rig.
140 19.4.2003 serie A JUVENTUS-ROMA 2-1
141 27.4.2003 serie A JUVENTUS-BRESCIA 2-1
142 27.4.2003 serie A JUVENTUS-BRESCIA 2-1
143 14.5.2003 Champions L. JUVENTUS-REAL MADRID 3-1
144 31.8.2003 serie A JUVENTUS-EMPOLI 5-1
145 31.8.2003 serie A JUVENTUS-EMPOLI 5-1
146 17.9.2003 Champions L. JUVENTUS-GALATASARAY 2-1
147 17.9.2003 Champions L. JUVENTUS-GALATASARAY 2-1
148 10.12.2003 Champions L. JUVENTUS-OLYMPIAKOS P. 7-0
149 14.12.2003 serie A JUVENTUS-PARMA 4-0
150 18.12.2003 Coppa Italia JUVENTUS-SIENA 2-1
151 18.1.2004 serie A JUVENTUS-SIENA 4-2 rig.
152 18.1.2004 serie A JUVENTUS-SIENA 4-2 rig.
153 18.1.2004 serie A JUVENTUS-SIENA 4-2
154 12.2.2004 Coppa Italia INTER-JUVENTUS 2-2
155 29.2.2004 serie A JUVENTUS-ANCONA 3-0
156 25.4.2004 serie A JUVENTUS-LECCE 3-4
157 12.5.2004 Coppa Italia JUVENTUS-LAZIO 2-2
158 25.8.2004 Champions L. DJURGAARDENS-JUVENTUS 1-4
159 22.9.2004 serie A SAMPDORIA-JUVENTUS 0-3 rig.
160 23.10.2004 serie A SIENA-JUVENTUS 0-3
161 23.10.2004 serie A SIENA-JUVENTUS 0-3
162 28.10.2004 serie A JUVENTUS-ROMA 2-0
163 3.11.2004 Champions L. BAYERN MONACO-JUVENTUS 0-1
164 14.11.2004 serie A LECCE-JUVENTUS 0-1
165 8.12.2004 Champions L. MACCABI-JUVENTUS 1-1
166 9.1.2005 serie A JUVENTUS-LIVORNO 4-2
167 30.1.2005 serie A ATALANTA-JUVENTUS 1-2 rig.
168 27.2.2005 serie A JUVENTUS-SIENA 3-0
169 27.2.2005 serie A JUVENTUS-SIENA 3-0 rig.
170 5.3.2005 serie A ROMA-JUVENTUS 1-2 rig.
171 19.3.2005 serie A JUVENTUS-REGGINA 1-0
172 9.4.2005 serie A FIORENTINA-JUVENTUS 3-3
173 15.5.2005 serie A JUVENTUS-PARMA 2-0
174 29.5.2005 serie A JUVENTUS-CAGLIARI 4-2
175 18.9.2005 serie A JUVENTUS-ASCOLI 2-1 rig.
176 18.9.2005 serie A JUVENTUS-ASCOLI 2-1
177 15.10.2005 serie A JUVENTUS-MESSINA 1-0
178 6.11.2005 serie A JUVENTUS-LIVORNO 3-0
179 22.11.2005 Champions L. JUVENTUS-BRUGES 1-0
180 27.11.2005 serie A JUVENTUS-TREVISO 3-1
181 7.12.2005 Champions L. RAPID VIENNA-JUVENTUS 1-3
182 7.12.2005 Champions L. RAPID VIENNA-JUVENTUS 1-3
183 10.1.2006 Coppa Italia JUVENTUS-FIORENTINA 4-1
184 10.1.2006 Coppa Italia JUVENTUS-FIORENTINA 4-1
185 10.1.2006 Coppa Italia JUVENTUS-FIORENTINA 4-1 rig.
186 15.1.2006 serie A JUVENTUS-REGGINA 1-0
187 26.1.2006 Coppa Italia JUVENTUS-ROMA 2-3
188 26.1.2006 Coppa Italia JUVENTUS-ROMA 2-3
189 5.2.2006 serie A JUVENTUS-UDINESE 1-0
190 12.2.2006 serie A INTER- 1-2
191 26.2.2006 serie A JUVENTUS-LECCE 3-1 rig.
192 18.3.2006 serie A LIVORNO-JUVENTUS 1-3
193 9.4.2006 serie A JUVENTUS-FIORENTINA 1-1
194 14.5.2006 serie A REGGINA-JUVENTUS 0-2
195 23.8.2006 Coppa Italia CESENA-JUVENTUS 1-2
196 27.8.2006 Coppa Italia NAPOLI-JUVENTUS 3-3
197 27.8.2006 Coppa Italia NAPOLI-JUVENTUS 3-3
198 16.9.2006 serie B JUVENTUS-VICENZA 2-1
199 23.9.2006 serie B JUVENTUS-MODENA 4-0
200 28.10.2006 serie B JUVENTUS-FROSINONE 1-0

giovedì, ottobre 26, 2006

25-10-06 Calcio, Serie A 2006-07 - 8a.Giornata: Torino-Fiorentina A.C.= 0-1

L'influenza stende mio cugino e così mi trovo fortunatamente tra le mani l'abbonamento in Curva Maratona per la partitissima tra il Toro e la Viola. Splendido il gemellaggio pre-match un po' meno l'esito finale della partita. La fredda cronaca parla dell'ennesima sconfitta ma bisognerebbe, per dovere di correttezza, riportare anche le parole di Patrizio Sala (mediano granata dello Scudetto 1975-76 n.d.r.): "Meritavamo il pari". Ebbene si, il pari sarebbe stato il risultato più giusto ma l'ottima Fiorentina di Prandelli è stata più brava e lesta a sfruttare le fasce facendo malissimo ai ragazzi di Zac nel primo tempo con Santana larghissimo a destra e a sinistra con le micidiali sovrapposizioni di Pasqual e Jorgensen. Assalto all'arma bianca del Toro nella ripresa ma il goal purtroppo non arriva. Voti, votoni e votacci:
Abbiati: voto 6 In dubbio fino all'ultimo, si conferma ritrovato respingendo tutto quel che può. Lazzaro.
Di Loreto: voto 5.5 Terzo a sinistra dell'abulica difesa granata non raddoppia come dovrebbe su Santana lasciando il povero Balestri abbandonato al suo destino. Macchinoso.
Cioffi: voto 6.5 Stravince di prepotenza fisica il duello con il guizzante Reginaldo. Marmoreo.
Franceschini: voto 5.5 Salite su fino a Di Loreto, sostituite "destra" a "sinistra" e fate copia e incolla. Gemello diverso.
Comotto: voto 6.5 Un secondo tempo alla Cafù, sempre proiettato in avanti. A tavoletta.
Balestri: voto 5 Continua la sagra del bel (?) dormiente nel bosco granata. Si desta leggermente nel secondo tempo. Anziano.
De Ascentis: voto 5.5 Pericolose amnesie in mezzo al campo. Svarionato.
Barone: voto 6 In crescita nel ruolo di centrale basso davanti alla difesa. Ragioniere.
Lazetic: voto 5.5 L'impegno non manca ma il cross resta il suo tallone d'achille. Peccato sia lì per quello. Dilemma.
Oguro: voto 5 Il giapu gioca a nascondino per un tempo e nella ripresa lo si vede solo quando sbaglia l'occasione del pareggio a tu per tu con Frey. Harakiri.
Stellone: voto 6.5 Di testa, di petto, di piede addomestica palloni impossibili e li trasforma in assist a getto continuo per... nessuno. Faro solitario.
Abbruscato: voto 6 Di fiducia per il bel destro in corsa che costringe Frey al miracolo. Pillole di Rock&Roll.
Fiore: s.v. La panchina lo intristisce più degli insulti gratuii della Maratona. Immusonito.
Frey: voto 6.5 Dall'assoluto relax dei primi 45' alla trincea della ripresa... lui c'è. Gatto.
Ujfalusi: voto 6 Tiene a bada il nippo granata con facilità. Balia.
Gamberini: voto 6 Ordinatissimo guardiano dell'area di rigore. Impeccabile.
Kroldrup: voto 6.5 Il lungagnome danese battaglia ad armi pari di testa con Stellone. Aquila.
Pasqual: voto 6 Controlla e spinge come un ossesso nel primo tempo poi Comotto lo mette alla corda nella ripresa. Rimbalzato.
Donadel: voto 6.5 Non si vede ma si sente. Suo l'assist decisivo. Macinatore.
Liverani: voto 6+ Danza a centrocampo dettando ritmi e tempi della samba viola. Ballerino.
Montolivo: voto 6 Prandelli lo sacrifica in copertura e lui dimostra di non saper "tirare solo di fioretto". Duttile.
Santana: voto 5/6 Largo a destra manda in tilt la retroguardia granata ma non infierisce. Impietosito.
Reginaldo: voto 5.5 Il brasiliano from Treviso prova con la velocità a non far rimpiangere Toni e Fulmini ma non ci riesce del tutto. Anguilla.
Jorgensen: voto 6.5 Strepitoso in avvio cala alla distanza ma tanto basta per decidere il match. Mortifero.
Gobbi: s.v. Sostituisce il danese uomo partita e si preoccupa solo di difensere il risultato. Closer.

domenica, ottobre 22, 2006

22-10-06 Calcio, Liga 2006. Real Madrid-FC Barcelona = 2-0. La mano di Don Fabio.

La mano di Don Fabio e l'assenza pesantissima di Eto'o ecco le due determinanti principali che hanno portato al Real Madrid il classicissimo di Spagna. Capello scatta meglio dai blocchi, piazza Sergio Ramos libero di offendere a destra ed è subito scacco matto all'allievo Rijkaard col gol di Raul. Buona la reazione del Barca ma troppi, troppi, errori sottoporta alla fine pesano... Gudjohnsen non è il camerunense ed ora è chiaro a tutti. Pagellone del "clasico":
Casillas: voto 6/7 Quando viene chiamato in causa le sue manone non tradiscono incertezze. Saracinesca.
Sergio Ramos: voto 7 La vera spina nel fianco dei blaugrana. Mossa vincente.
Cannavaro: voto 6.5 Il clasico di Spagna profuma di mondiale e allora Fabio si riveste da supereroe. Kannaaavarooo 2:the return.
Helguera: voto 6 Beneficia del ritrovato Cannavaro. Fluido benefico.
Roberto Carlos: voto 6.5 Dalla sua parte transitano nell'ordine Messi, Ronaldinho e Guly e lui non sbaglia un movimento. Vecchia volpe.
Emerson: voto 6.5 Il puma ringhia sui garretti di qualsiasi blaugrana gli passi accanto. Feroce.
Diarra: voto 6 Alter ego di lusso del compagno di linea Emerson. Infaticabile.
Guti: voto 4 Incredibile amisci... siamo d'accordo con Altafini: trotterella per il campo. Irritante.
Beckham: s.v Più protagonista in settimana sugli spalti del Master Series di tennis di Madrid che oggi con le merengues. Spettatore non pagante.
Reyes: s.v. Entra a fil di sirena e non puo' incidere. (Non) ti scordar di me.
Raul: voto 6/7 Il vero rigenerato da Capello. Visto pressare in ripiegamento sulla sua tre-quarti. Seconda vita.
Robinho: voto 7+ Il turbo delle camisete blanche di Madrid. Gli manca solo il goal. Indiavolato.
Van Nistelrooy: voto 6.5 Infallibile sotto misura. Olandese volante.
Valdes: voto 6 Infilato eppure incolpevole. Assolto per mancanze di prove.
Thuram: voto 5 Paga dazio in avvio di entrambi i tempi. Matusa.
Puyol: voto 5.5 Fatica, sbuffa e non basta. Stravolto.
Zambrotta: voto 5.5 Robinho lo manda spesso e volentieri in tilt. Si scorda di spingere. Adelante con troppo judicio.
Silvinho: voto 5 Bombardato da Sergio Ramos ne esce malconcio. Sotto tiro.
Xavi: voto 6 Fronteggia Emerson e Diarra senza paura, col cuore più che con la testa. Battagliero.
Iniesta: voto 6 Non sempre l'impegno e i piedi buoni bastano a far la differenza. Volitivo.
Deco: voto 5 Necessario ricorrere a ricerca dettagliata del tabellino per scoprire se c'era. Abulico.
Messi: voto 6.5 Gli difetta solo la mira sotto porta. (Quasi) perfetto.
Ronaldinho: voto 5 Stucchevole come la sua pantomima sulle punizioni... tre passi indietro, sguardo western che avrebbe mandato in sollucchero Sergio Leone e poi bam... fuori.
Gudjohnsen: voto 5 12 milioni di euro per questo islandese spuntato si commentano da soli. Soppravalutato.
Saviola: voto 5.5 Tutt'altro che impeccabile sotto misura. Fuoti (dal) gioco.

venerdì, ottobre 20, 2006

19-10-06 Ginnastica Artistica, Mondiali 2006. Vanessa Ferrari, un gigante di 143 centimetri.


Nella semisconosciuta Aarhus in Danimarca l'Italia si riscopre per l'ennesima volta Campione del Mondo e il merito questa volta è della giovanissima Vanessa Ferrari che sulle note di Nessun Dorma ci e si regala la prima medaglia d'oro nella storia della ginnastica tricolore. Chi è Vanessa Ferrari? Meglio di come l'ha descritta il giornalista Geri De Rosa nel suo servizio per l'edizione delle 14.00 di Sport Time non lo si puo' fare quindi repetita juvant come dicevano i latini:
"Non fatevi ingannare dai numeri, da quel metro e quarantatre per trentasei chili, qui si parla di un gigante. Un gigante in tutti i sensi: Vanessa Ferrari, dal nulla alla storia dello sport italiano. Vanessa Ferrari, la prima medaglia d'oro azzurra ad un campionato del mondo di ginnastica artistica. Quio si parla di un gigante perchè solo un gigante a sedici anni non ancora compiuti puo' passare la propria adolescenza ad allenarsi 7 ore al giorno solo per amore, per passione, per quella sana ambizione che spesso è il segreto del successo. Qui si parla di un gigante per la forza cosi' esplosiva di quei suoi trentasei chili, per la grazia cosi' leggera dei suoi centoquarantatre centimetri. Qui si parla di un gigante perchè Vanessa Ferrari rappresenta tutto quel sommerso dello sport italiano, tutti quei ragazzi e quelle ragazze che ogni giorno sputano sangue nelle piccole palestre o nei campetti di periferia, solo per il gusto di farlo, contenti di un titolo mondiale cosi' come di una vittoria al torneo dei bar. Vanessa Ferrari è un gigante perchè la sua è davvero la vittoria di tutti; di tutti quelli che vivono ancora allo sport come una grande fantastica passione, quella che ti porta alle imprese piu' incredibili, imprese da veri giganti." !! Bravissima, un'altra Ferrari sul tetto del mondo.

Il video dello splendido servizio di Geri De Rosa a Sport Time delle 14:

Il gigante Valentina di Geri De Rosa - Sport Time 20.10.2006

lunedì, ottobre 16, 2006

15-10-06 Calcio, Serie A. Torino-Chievo e la "Legge Meroni"

Lo so che oggi ci sarebbe da parlare e stra-parlare della Moto GP, del Gran Premio dell'Estoril, del sorpasso di Valentino Rossi nuovo leader del mondiale piloti 2006 grazie anche (ma non solo) all'improvviso e non previsto dalla Honda crash test Pedrosa-Hayden del 4° giro ma... ebbene si anche questa volta c'è un "ma"... ma io, oggi, ero più attento a quello che succedeva allo Stadio Olimpico di Torino. Torino-Chievo non proprio Real Madrid-Barcellona me ne rendo perfettamente conto ma c'era in gioco la "Legge Meroni" che vuole i granata mai sconfitti nelle partite di Campionato giocate nell'anniversario della morte del suo grandissimo numero 7. No, purtroppo non ho mai visto giocare la "farfalla granata" come l'ha felicemente ribattezzata Nando Dalla Chiesa in un suo bellissimo libro del 1995. Nè ho mai avuto l'onore di appiccicare la sua figurina Panini in uno degli infiniti album che ho continuato a fare fino ad alcuni anni fa. Eppure ne so abbastanza per dire che Meroni è il Toro. Lui il vero granata da legare. Uno dei più straordinari personaggi della storia del calcio italiano. Un anticonformista quando il calcio era la quint'essenza del conformismo. Un monello, un ribelle sui generis ma soprattutto un artista del pallone. Fedele devoto al dribbling mai fine a se stesso, amava più di ogni altra cosa la giocata impossibile, strana, impensabile per tutti noi comuni mortali fan del Dio Pallone. No, i rigori non facevano per lui, troppo normali, troppo banali per questo si rifiutava categoricamente di batterli. Non ci vedeva poesia, arte in quel tiro dagli undici metri. Pittore ed artista, avrebbe potuto benissimo essere un Beatles se fosse nato altrove. Odiato come nessun altro eppure amato piu' di qualsiasi altro dai suoi tifosi. Peccato che sia entrato nella leggenda troppo presto, travolto e ucciso a soli 24 anni da un automobile la sera del 15 ottobre di 39 anni fa. Avrebbe potuto vincere tutto o niente ma sarebbe sempre rimasto un genio del pallone. Ah, dimenticavo la Legge Meroni: Torino-Chievo 1-0 gol di Stellone. La farfalla granata ha colpito ancora.

La Legge Meroni:
1972 Torino-Ternana (Serie A) 2-0
1978 Torino-Avellino (Serie A) 1-0
1989 Torino-Ancona (Serie B) 1-0
1995 Torino-roma (Serie A) 2-2
2003 Torino-Cagliari (Serie B) 4-2
2004 Salernitana-torino (Serie B) 0-0
2005 Ternana-Torino (Serie B) 0-0
2006 Torino-Chievo (Serie A) 1-0


LA Scheda de "La Farfalla Granata.La meravigliosa e malinconica storia di Gigi Meroni il calciatore artista" di Nando Della Chiesa - Edizioni Limina 1995

martedì, ottobre 10, 2006

8-10-06 Formula Uno, Grand Prix Giappone - Suzuka 2006. L'uomo Schumacher dietro la fumata rossa.

Era dal lontanissimo G.P. di Francia del luglio 2000 che Schumacher non era costretto al ritiro per la rottura del motore Ferrari e questo basterebbe già a dirla lunga sull'altissimo grado di jella dell'evento verificatosi domenica mattina a Suzuka. Eppure anche quella tanto inaspettata quanto maledetta rottura, che ha mandato con ogni probabilità in fumo i sogni mondiali di Schumi e di milioni di ferraristi incollati al video (ad Alonso basta fare un misero punticino nell'ultimo Gran Premio di Interlagos n.d.r.), ha del "magico". Da quella fumata grigia del motore della rossa al giro 37 ne è uscito alla grandissima l'uomo Michael Schumacher. Lui, il teutonico di ghiaccio, ha dato infine sfogo alle ragioni del cuore. Lui, che da quando correva nei go-kart a 7 anni fino all'ultimo dei 7 mondiali assoluti ha quasi sempre solo assaporato il dolce sapore della vittoria, ha invece dimostrato che, a furia di vincere da Campione, ha soprattutto imparato a perdere da Campionissimo. Non ha imprecato, nè ha invocato l'aiuto compensatorio della Dea Bendata Brasiliana. E' uscito di scena a testa alta, altissima; dritto verso i box, diretto ad abbracciare e confortare a colpi di pacche sulle spalle i suoi meccanici, il suo team, la sua squadra. Michael Schumacher, l'uomo, il Campionissimo. Mai come ieri è stato leader indiscusso della Ferrari. E' stato la Ferrari. Immenso più a Suzuka nella sconfitta che nelle altre 72 vittorie targate Maranello. Mi mancherà questo Schumi. Si, mancherà anche a me che non l'ho mai amato e capito abbastanza.

giovedì, ottobre 05, 2006

5-10-06 Ciclismo, Ciao Luisin "Maglia Nera" Malabrocca.

Ho scoperto oggi, leggendo l'ultima pagina della Gazzetta dello Sport dell'altro ieri (...lo so che detto scosì suona un po' "matto da ricovero immediato" e in effetti un po' lo è...), che era scomparso Luigi "Luisin" Malabrocca. Ora, immagino vi starete chiedendo chi era Luigi Malabrocca. Malabrocca, l'ho imparato vedendo una puntata dello "Sciagurato Egidio", era, è e sarà sempre la "maglia nera" per antonomasia. Un ciclista sui generis, entrato nella leggenda al contrario e per questo, probabilmente, ancora più unico e speciale... Luisin era un buonissimo pedalatore che non disdegnava di vincere traguardi volanti ma che amava andar in fuga dietro al gruppo. Quando meno te l'aspettavi si fiondava nei Bar e non ne usciva per delle ore. Si nascondeva nelle scarpate, nei fienili, nelle case dei tifosi lungo il percorso. L'ultimo degli ultimi, un uomo da romanzo, un personaggio che sembrava uscito dalla penna di Pirandello. Ultimo, ultimissimo al traguardo. Maglia nera, nerissima. Era il suo forte, fortissimo. Eppure in bici Malabrocca ci sapeva andare, eccome se sapeva pedalare: aveva scelto di arrivare ultimo perchè quello era il suo modo per diventare personaggio ed aiutare economicamente la sua famiglia. Coppi-Bartali certo, ma anche Malabrocca-Carollo... Carollo chi? Sante Carollo, un altro "marziano" della lotta contro il fuori-tempo massimo. Ancora si parla di quel Giro d'Italia del 1949, quando nella Torino-Milano finale Luigino sorprese il suo acerrimo rivale svicolando dalla gara per trovare rifugio prima in un'osteria e poi a casa di un tifoso per testare la sua nuova attrezzatura da pesca. Malabrocca chiuse al limite del tempo massimo la tappa, due ore e mezza dietro il vincitore. Sarebbe stata la terza maglia da "corvaccio" se il povero Luigino non avesse fatto i conti senza l'oste: esasperati dal suo ritardo epico i giudici di gara avevano abbandonato il crono, classificandolo ultimo col gruppone e assegnando di fatto la maglia nera al suo storico rivale Carollo. Mitico anche nella sconfitta. Ciao Luisin, prenditela con calma anche lassù.

P.S.: per chi volesse saperne di più sulla storica Maglia Nera del ciclismo segnalo questo bel libro:

Scheda de "Coppi Bartali Carollo e Malabrocca" di Benito Mazzi, Edizioni Ediciclo

lunedì, ottobre 02, 2006

2-10-06 Scherma, Mondiali di Torino 2006. Margherita e il con-dominio Italia.

Nella domenica in cui Michael Schumacher stravince il Gran Premio del Giappone e completa la strepitosa rimonta "mondiale" ai danni dello sfortunato Alonso, mi piace puntare i riflettori, ancora una volta di più, sulla mia Torino che incorona poco dopo la bella outsider Margherita Granbassi Campionessa del Mondo di specialità. "In un giorno è cambiato tutto" racconta felice Margherita-occhi di gatto... "di solito al supplementare faccio schifo e mi blocco, perdo sempre" ... e invece qui di supplementari ne ha vinti addirittura tre e negli ultimi due (quelli che contavano per il "peso" delle medaglie n.d.r.) ha messo in riga il meglio del meglio del fioretto italiano e mondiale: Trillini e Vezzali a leggittimare, oltre ogni ragionevole dubbio, un oro pesantissimo e meritatissimo. Un trionfo e per celebrarlo a dovere vi riporto l'editoriale di Candido Cannavò dalla prima pagina della Gazzetta dello Sport di oggi. Non prima di aver speso due parole per la oggi "perdente" ed arrabbiatissima Valentina Vezzali. Chapeau di fronte a questa grandissima campionessa che con un ginocchio a pezzi (sarà operata dopo i Mondiali per non perdere l'apuntamento olimpico di Pechino n.d.r.) ha comunque acciuffato di grinta l'ottava medaglia, diventando la plurimedagliata ai Mondiali ex aequo con lo sciabolatore polacco Pawlowski... leggendaria anche nella sconfitta. Ad una così si può perdonare anche il muso lungo del podio finale.

Tratto dall'Editoriale di Candido Cannavò "Una domenica italiana" della Gazzetta dello Sport del 2-10-2006:

"... Qui Torino. Guardate cosa ci regala la Torino Olimpica: lo squadrone femminile del fioretto, tigri di ieri e tigri di oggi in cima al mondo. Le avevano escluse dai Giochi, immagino per eccesso di vittorie. Ma a Pechino tra due anni ci saranno: hanno deciso di riammetterle, sacrificando i maschi. E le tigri sentono già l'odore della preda. Hanno ridotto il Mondiale a una disputa di condominio. Ma da questo tripudio di italianità esce un verdetto clamoroso: la caduta di Valentina Vezzali, epica come la sua grandiosa vita sportiva, all'ultima stoccata di spareggio. L'ha spodestata Margherita Granbassi, una tigre di Trieste, bella a vedersi, atleticamente baciata dalla grazia, ma sinora ai margini dell'elitè per infortuni e questioni di carattere. E' esplosa con la maturità, battendo una dietro l'altra le due padrone del branco, finaliste ai Giochi di Atene: prima la Trillini, poi sua maestà Valentina. Un sogno ad occhi aperti. Anche la nostra scherma - come la Ferrari e Schumacher - non finisce mai." .

L'albo d'oro del fioretto femminile:
1995 - L'Aia: Laura G. Badea (Romania)
1997 - Citta del Capo: Giovanna Trillini (Italia)
1998 - La Chaux De Fonds: Sabine Bau (Germania)
1999 - Seoul: Valentina Vezzali (Italia)
2001 - Nimes: Valentina Vezzali (Italia)
2002 - Lisbona: Svetlana Boiko (Russia)
2003 - L'Avana: Valentina Vezzali (Italia)
2005 - Lipsia: Valentina Vezzali (Italia)
2006 - Torino: Margherita Granbassi (Italia)

domenica, ottobre 01, 2006

30-9-06 Calcio, Serie A - 5a. Giornata. Torino-Lazio 0-4 - Attacco di cuore (granata)

Visto l'andazzo (2 punti in 4 partite), ieri sera mi sono presentato agguerrito al capezzale del "cuore granata" in palese difficoltà: un incubo ad occhi aperti. Pensavo fosse un altro reality-show e invece, purtroppo, era tutto vero. La partita è durata ufficialmente 45', ufficiosamente 15': il tempo che l'ottimo Delio Rossi attuasse dalla panchina le giuste contromisure per spegnere l'ardore (?????) granata. E dire che la partita a schacchi l'aveva iniziata bene il buon Zac cercando la supremazia a centrocampo (con 5 uomini) e le sponde di Stellone sui lanci lunghi. Delio Rossi dopo il primo quarto d'ora ha "mangiato la foglia"; ha spostato Mudyingai davanti alla difesa a disturbare le spizzate della punta avversaria ed ha impostato la fase difensiva a tre lasciando liberi Oddo e Zauri di alternarsi a centrocampo, riportando la parità anche nella zona nevralgica del campo. Risultato, evidente a tutti (meno che al buon Zac), il Toro, così schierato, non aveva possibilità di far goal... e difatti nel secondo tempo è iniziata la pesante "caporetto" granata. Meglio passare subito al pagellone... che è meglio:
Abbiati 5/6 - Quattro pappine anche sto giro. A guardar il bicchiere mezzo pieno stavolta sembra esente da responsabilità. Emmenthal.
Comotto 5.5 - Discreto nel primo tempo, inguardabile come tutta la squadra nella ripresa. Dottor Jekyll e Mr.Hyde.
Di Loreto 4.5 - Vi prego, fate partire dalla regia i "biiiipppppp". Censurabile.
Franceschini 4.5 - Pandev lo semina dopo un minuto della ripresa. Il brutto addormentato nel bosco del Comunale.
Balestri 5 - Balestri vs Oddo, come dire un utilitaria col freno a mano tirato vs una Corvette fiammante. Duello impari.
Rosina 5.5 - Agonizza sulla fascia asfissiato dalla marcatura ferrea di Zauri. Braccato.
Gallo 5 - Un ectoplasma in mezzo al campo. Ghost.
Fiore 5 - Quando la legge dell'ex non vale. Anestetizzato.
De Ascentis 6 - L'unico "cuore granata" visto in campo. Vivace.
Barone 5 - Dovrebbe cucire il gioco a centrocampo, dovrebbe inserirsi in attacco come ai bei tempi di Palermo, dovrebbe... Ipotetico.
Ferrarese s.v. - Entra troppo tardi sulla fascia. L'uomo giusto nel momento sbagliato.
Stellone 6 - La buona volontà nello smistare i campanili che gli servono i compagni non basta. Faro.
Muzzi 5/6 - Aveva promesso di non esultare in caso di gol dell'ex... non c'è stato pericolo di doverlo fare. Spuntato.
Ballotta s.v. - Disturbato solo dalla pioggerellina. Singing in the rain.
Siviglia 6 - Stellone da "curare" e nulla più. Ordinaria amministrazione.
Stendardo 6 - Si divide egregiamente col compagno i compiti di marcatura sul solitario Stellone. Assistente.
Oddo 7 - Padrone del binario di destra da cui guida la Lazio all'assalto dello spaesato Toro. Capo cordata.
Manfredini 6+ - Spesso chiamato a ripiegare in copertura sulla fascia destra non sbaglia una diagonale difensiva che sia una. Eccellente.
Mauri 6/7 - Nella ripresa spiana Comotto. Carrarmato.
Zauri 6.5 - Sempre attento nel coprtire le fughe in avanti di Oddo diventando all'occasione il terzo centrale della Lazio. Trasformista.
Ledesma 6.5 - Stravince il duello col campione del mondo Barone. Metronomo.
Mudingayi 6.5 - Delio Rossi lo piazza davanti alla difesa sulle tracce degli assist aerei di Stellone e lui dimostra di non avere solo cuore e muscoli ma anche cervello. Radar difensivo.
Pandev 6.5 - Costante spina nel fianco della difesa granata. Mortifero.
Rocchi 7 - Segna e fa segnare... cartoline per Donadoni. Biancazzurro presente, solo azzurro futuro.

mercoledì, settembre 27, 2006

27-9-06 Calcio, Champions League 2006. Valencia - AS Roma: Totti, 30 senza lode

Compleanno amaro al Mestalla per Francesco Totti. La sua Roma inciampa sul Valencia di uno scatenato David Villa. Gli uomini di Spalletti partono bene, pericolosi soprattutto con Perrotta (m.v.p. dei giallorossi n.d.r.), ma arrivano col fiatone alla volata finale nel secondo tempo e non recuperano più il gol di svantaggio accumulato nei primi 45'. Per gli iberici decisivo l'asse Angulo-Villa: l'esterno manda in crisi Tonetto e costringe la difesa giallorossa ad aprirsi e negli spazi Villa la punisce severamente. Pagellone, tanto per non smentirmi :
Doni: voto 6.5 Almeno tre parate strepitose, qualche problema invece con i rinvii di piede. Sbilenco.
Panucci: voto 6+ Vicente è un bruttissimo cliente ma lui l'addomestica con le buone e/o con le cattive. Gladiatorio.
Ferrari: voto 6 Morientes era un prova del 9 difficilissima e lui se l'è cavata egregiamente. Promosso.
Chivu: voto 5.5 Tanto bravo da eccedere in sicurezza e lì Villa lo punisce senza pietà. Narciso.
Tonetto: voto 4/5 Angulo lo porta fuori zona e lui va per le terre perdendo la trebisonda. Tramortito.
Cassetti: voto 6- Ha il merito di procurarsi il rigore. Troppo di polmoni, poco col cervello.
Aquilani: voto 5 Chi troppo vuole nulla stringe. Esasperato.
De Rossi: voto 6 Non si estrania mai dalla lotta anche quando la forza lo abbandona. Coriaceo.
Pizarro: voto 6- Poco lucido nel finale, purtroppo quando più serviva la sua regia. Corrente alternata.
Okaka: voto 5.5 Un fallo da rigore enorme per grazia divina sfuggito alla terna arbitrale. Inesperto.
Perrotta: voto 7 Il migliore della banda Spalletti. Furioso negli inserimenti. Gli manca solo il goal. Quasi perfetto.
Totti: voto 5.5 Mezzo voto in più per il suo 30esimo compleanno ma ancora non ci siamo. Piombato.
Montella: voto 5.5 L'aeroplanino subentra ma non incide come dovrebbe e potrebbe. Non decollato.
Canizares: voto 6 Una parata d'istinto su Pizarro, null'altro. Inoperoso.
Miguel: voto 6 Bloccato nella retroguardia svolge ordinato il suo compitino difensivo. Diligente.
Albiol: voto 6 Si appoggia all'esperienza di Ayala e ne esce senza ferite. Intonso.
Ayala: voto 6.5 Il nemico pubblico n.1 doveva essere il "suo" Totti e invece ha dovuto badare più a Perrotta ma lui si è arrangiato bene di mestiere. Veterano.
Moretti: voto 5.5 Distrugge dietro tutto quel che di buono crea quando fluidifica in avanti. Gambero.
Edu: voto 6.5 Rimbalza da una parte all'altra del campo, recuperando palloni a iosa. Trottola.
Albelda: voto 6+ Copre le spalle alle incursioni dei centrocampisti d'assalto Angulo, Vicente ed Edu. Linea Maginot.
Vicente: voto 6 Panucci non è Tonetto e purtroppo per lui trova pane per i suoi denti. Ammaccato.
Angulo: voto 7 Scende in campo, si allarga sulla fascia e via a portar a scuola il povero Tonetto. Maestro.
Villa: voto 7.5 La standing ovation con cui il Mestalla saluta il suo cambio dice tutto. Incontenibile.
Morientes: voto 5/6 Quando non c'è Ferrari ci si mette un superbo Doni a sbarrargli la via del gol. Murato.
Silva: s.v. Occhio al pupillo di Flores perchè ha piedi d'oro. El nino.